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Idee di investimento - Obbligazioni - 23 marzo 2015

23 Marzo 2015 10:00

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��industria del risparmio gestito si intravede sullo sfondo una questione molto spinosa: come rimpiazzare i fondi a cedola in scadenza: non sarà possibile riproporre ai sottoscrittori nuovi prodotti dello stesso tipo in quanto lo scenario di fondo (quello relativo ai tassi dei mercati obbligazionari) è profondamente cambiato. Basti pensare che, come si legge nell’articolo “Il problema di come rimpiazzare i fondi a cedola in scadenza” mentre allora il BTP a tre anni pagava tra il 4,5% e il 5% all’anno, oggi il poliennale del Tesoro scadenza giugno 2018 non va oltre lo 0,32%: proporre di sostituire il fondo obbligazionario in scadenza che pagava una cedola annua del 4% o del 5% con uno di nuova emissione con cedola dell’1% (ad essere generosi) difficilmente troverebbe molte adesioni anche in questo scenario di «repressione finanziaria» con tassi di interesse vicini allo zero. Ecco perché molti asset manager, già da almeno un paio di anni stanno sviluppando fondi multi asset a rischio controllato che diversificano il portafoglio in obbligazioni, in azioni e anche in strumenti non tradizionali, come infrastrutture, energia alternativa, immobiliare, strategie alternative, con l’obiettivo di ricavare un reddito su base annua tra i quattro e i sei punti percentuali da distribuire ai sottoscrittori mantenendo (e, possibilmente accrescendo) nel tempo il valore del capitale investito. Tra le case d’investimento più attive in questo campo si segnala Fidelity Worldwide Investment che vanta un’ampia gamma di prodotti a distribuzione mensile dei proventi grazie anche all’esperienza, maturata da oltre dieci anni in Asia, dove questa specifica esigenza degli investitori si è materializzata già da tempo.
Tuttavia ciò che spesso manca nei prodotti multi asset è un processo di investimento diligente, nel quale la valutazione dei pericoli sia approfondita e non limitata alla pur ampia esperienza del team di gestione del fondo.
“È importante che ogni scelta di portafoglio, che nel caso del fondo Global Targeted Returns è costituita da idee di investimento tradotte in strumenti finanziari, sia valutata sia per la variabilità che può aggiungere al portafoglio e sia in base alla sua correlazione con le altre asset class e con i mercati finanziari. Può cioè capitare che un’interessante idea d’investimento con potenziali guadagni prospettici si dimostri, nel test preliminare a cui la sottoponiamo prima di essere inserita in portafoglio, eccessivamente rischiosa in termini di volatilità aggiuntiva al fondo, finendo così con l’essere scartata” fa sapere il team Multi Asset di Invesco nell’articolo “Fondi multi asset, perché è fondamentale il controllo del rischio”.
Tornando al mercato obbligazionario, l’attuale contesto dovrebbe favorire ancora le obbligazioni societarie, sia quelle corporate bond investment grade (cioè con merito di credito fino al BBB- nella scala di rating di Standard & Poor’s e fino al Baa3 di quella di Moody’s) e sia quelle high yield. “Anche le obbligazioni societarie, sebbene non direttamente interessate dagli acquisti della BCE, otterranno comunque benefici dall’immissione di liquidità e dalla ricerca di extra-rendimento, in un contesto di tassi bassi e prospettive di crescita in miglioramento. Perciò l’idea su questi due segmenti resta costruttiva con una preferenza per il rischio credito rispetto al rischio tasso” commenta infatti il team di gestione di Anima sgr nell’articolo “Obbligazioni, ecco i titoli favoriti dalla ricerca di extra-rendimento”. Il team, in particolare, all’interno dei portafogli dei propri fondi corporate, conferma la preferenza, nel comparto dei subordinati, per gli emittenti non finanziari, a svantaggio delle emissioni bancarie di nuova generazione.
Andrew Bosomworth, Managing director di PIMCO, dal canto suo, pur notando che i titoli di Stato dei paesi periferici hanno registrato buone performance negli ultimi anni, non vede particolari motivi per venderli. “Con rendimenti del 2,5% circa sulle emissioni pubbliche italiane e spagnole a più lungo termine, il differenziale non è insignificante rispetto ad obbligazioni tedesche di pari scadenza. Ci aspettiamo che questi spread si riducano” rivela Andrew Bosomworth nell’articolo “Il contesto resta favorevole agli asset più rischiosi”. Il gestore continua a ravvisare opportunità nelle obbligazioni societarie investment grade e high yield mentre i suoi colleghi Jeremie Banet, Executive Vice President Gestore di PIMCO, e Brian Hayes, Senior Vice President e Gestore di PIMCO, nell’articolo “Bond area dollaro, perché sovrappesare gli inflation linked” spiegano perché i titoli ancorati ai prezzi al consumo degli Stati Uniti possono rivalutarsi. “Il 2015 dovrebbe essere un anno interessante per i titoli indicizzati all’inflazione americana. In effetti le valutazioni attuali nel mercato dei Treasury Inflation-Protected Securities (TIPS) implicano un’aspettativa d’inflazione a dieci anni pari all’1,65%, rispetto all’obiettivo d’inflazione della Fed del 2%. Se si crede nella capacità della Fed di creare inflazione, ciò significa che attualmente i detentori di obbligazioni vengono remunerati per detenere il rischio d’inflazione invece di proteggersi da esso, contrariamente a quanto osservabile a livello storico. Sulla base di tali dinamiche di valutazione e delle nostre previsioni di un modesto incremento dell’inflazione core, preferiamo mantenere la posizione di interest rate duration negli USA sotto forma di titoli indicizzati all’inflazione. Pertanto il sovrappeso sui TIPS rappresenta una delle nostre principali convinzioni per molti portafogli PIMCO” concludono i due esperti.

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