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Idee di investimento - Azioni - 09 marzo 2015
9 Marzo 2015 09:45

�ultima settimana sono emersi giudizi positivi, provenienti da asset manager diversi, su tre differenti mercati azionari particolari: quello australiano, quello giapponese e quello indiano.
“La persistenza di bassi rendimenti sta avendo l'effetto prevedibile di spingere gli investitori affamati di «income» verso i sostituti del mercato obbligazionario. La scorsa settimana 2 miliardi di dollari sono affluiti nei fondi azionari con un dividendo solido. Un esempio interessante della ricerca di rendimento è evidenziato dal recente rimbalzo delle azioni australiane. Siamo stati negativi su questa asset class dallo scorso gennaio. Ma, più di recente, il mercato australiano si è ripreso, nonostante i prezzi bassi delle materie prime e le vicissitudini che hanno interessato le compagnie minerarie. L’impressione è che gli investitori guardino con favore alle banche australiane, che pagano dividendi elevati. Di conseguenza, il mercato azionario australiano che offre un dividend yield di oltre il 4%, più del doppio di quello del mercato statunitense, rappresenta un valido porto d’attracco per gli investitori alla ricerca di reddito. Una solida motivazione in base alla quale siamo orientati ad aggiornare la nostra visione sulle azioni australiane portandole al peso del benchmark” sostiene Russ Koesterich nell’articolo “Le azioni australiane stanno tornando di nuovo interessanti”.
Tesi, in buona parte, condivisa da Nannette Hechler-Fayd'herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse nell’articolo “Reflazione, ecco gli asset globali che ne beneficeranno” nel quale la strategist spiega perché resta positiva sui mercati che traggono vantaggio dal sostegno della politica monetaria e cioè Eurozona, Australia e Giappone.
Sul listino di Tokyo si è espressa positivamente anche Monica Defend, Global Strategist di Pioneer Investments. La strategist, nell’articolo “Azionario Giappone, perché il 2015 potrebbe non deludere” si dichiara infatti positiva sull’azionario Giappone in quanto si aspetta possa essere sostenuto dall’orientamento accomodante della Banca Centrale giapponese, dal basso prezzo del petrolio, dal calo dei prezzi delle materie prime e dalla valuta debole. “Poiché l’economia giapponese dipende fortemente dalle importazioni, il calo dei prezzi delle materie prime e il declino del prezzo del petrolio hanno portato beneficio agli utili societari” spiega Monica Defend che, relativamente allo yen, ritiene che vi sia ancora spazio per un ulteriore deprezzamento sebbene la maggior parte dell'espansione monetaria realizzata attraverso il QE voluto dal governatore della Banca Centrale Kuroda sia già stata scontata dai mercati.
Per quanto riguarda invece il mercato azionario indiano, Madhav Bhatkuly, CIO di New Horizon Investments e gestore del fondo GAM Star India Equity, ha sottolineato le ragioni dei suoi convincimenti partendo dalla lettura dei dati di una ricerca economica discussa dal Governo indiano il 27 febbraio scorso, nella quale si parla di un incremento di circa l’8% per il PIL nei prossimi 12 mesi e, in seguito, una crescita a due cifre. “Il bilancio statale presenta inoltre una solida base per sostenere la crescita economica, con una maggiore inclusione finanziaria. L'India è in un’ottima posizione, sta iniziando un nuovo ciclo degli utili e sta intraprendendo una politica monetaria espansiva. Il Paese è in una fase di cambiamento politico, che renderà molto più facile fare business. A nostro avviso ciò, insieme ai bassi prezzi del carburante e al conseguente disavanzo commerciale in miglioramento, dovrebbe gettare le basi per un pluriennale mercato toro” puntualizza Madhav Bhatkuly nell’articolo “Azionario India, le basi per un mercato toro per molti anni”.
Il mercato azionario indiano ha peraltro beneficiato di due tagli dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of India (RBI), di cui uno la scorsa settimana. Secondo Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders però, come ha dichiarato nell’articolo “India, adesso però c’è poco spazio per altri tagli dei tassi”, i tassi in India, saranno tagliati per non più di altri 50 pb (0,50%) nel corso del 2015 mentre il suo collega James Sym, Fund Manager European Equities di Schroders, ha ribadito di essere moderatamente positivo sull’azionario della zona euro, in particolare per quanto riguarda i titoli con valutazioni economiche all’interno dei settori dei beni di consumo ciclici (ad esempio auto o media), dei beni industriali ciclici (come le costruzioni) e delle banche di alta qualità. Nell’articolo “Azionario Euro, opportunità nei ciclici e nelle banche di alta qualità” James Sym fa presente che presta un occhio attento alla domanda di credito delle società, dal momento che gli investimenti sono in grado di alimentare una ripresa economica sostenibile, e un altro agli indicatori anticipatori che potrebbero preannunciare una ripresa delle spese in conto capitale (CapEx) che, a loro volta, favorirebbe un miglioramento dei profitti aziendali.
“La persistenza di bassi rendimenti sta avendo l'effetto prevedibile di spingere gli investitori affamati di «income» verso i sostituti del mercato obbligazionario. La scorsa settimana 2 miliardi di dollari sono affluiti nei fondi azionari con un dividendo solido. Un esempio interessante della ricerca di rendimento è evidenziato dal recente rimbalzo delle azioni australiane. Siamo stati negativi su questa asset class dallo scorso gennaio. Ma, più di recente, il mercato australiano si è ripreso, nonostante i prezzi bassi delle materie prime e le vicissitudini che hanno interessato le compagnie minerarie. L’impressione è che gli investitori guardino con favore alle banche australiane, che pagano dividendi elevati. Di conseguenza, il mercato azionario australiano che offre un dividend yield di oltre il 4%, più del doppio di quello del mercato statunitense, rappresenta un valido porto d’attracco per gli investitori alla ricerca di reddito. Una solida motivazione in base alla quale siamo orientati ad aggiornare la nostra visione sulle azioni australiane portandole al peso del benchmark” sostiene Russ Koesterich nell’articolo “Le azioni australiane stanno tornando di nuovo interessanti”.
Tesi, in buona parte, condivisa da Nannette Hechler-Fayd'herbe, Head of Investment Strategy di Credit Suisse nell’articolo “Reflazione, ecco gli asset globali che ne beneficeranno” nel quale la strategist spiega perché resta positiva sui mercati che traggono vantaggio dal sostegno della politica monetaria e cioè Eurozona, Australia e Giappone.
Sul listino di Tokyo si è espressa positivamente anche Monica Defend, Global Strategist di Pioneer Investments. La strategist, nell’articolo “Azionario Giappone, perché il 2015 potrebbe non deludere” si dichiara infatti positiva sull’azionario Giappone in quanto si aspetta possa essere sostenuto dall’orientamento accomodante della Banca Centrale giapponese, dal basso prezzo del petrolio, dal calo dei prezzi delle materie prime e dalla valuta debole. “Poiché l’economia giapponese dipende fortemente dalle importazioni, il calo dei prezzi delle materie prime e il declino del prezzo del petrolio hanno portato beneficio agli utili societari” spiega Monica Defend che, relativamente allo yen, ritiene che vi sia ancora spazio per un ulteriore deprezzamento sebbene la maggior parte dell'espansione monetaria realizzata attraverso il QE voluto dal governatore della Banca Centrale Kuroda sia già stata scontata dai mercati.
Per quanto riguarda invece il mercato azionario indiano, Madhav Bhatkuly, CIO di New Horizon Investments e gestore del fondo GAM Star India Equity, ha sottolineato le ragioni dei suoi convincimenti partendo dalla lettura dei dati di una ricerca economica discussa dal Governo indiano il 27 febbraio scorso, nella quale si parla di un incremento di circa l’8% per il PIL nei prossimi 12 mesi e, in seguito, una crescita a due cifre. “Il bilancio statale presenta inoltre una solida base per sostenere la crescita economica, con una maggiore inclusione finanziaria. L'India è in un’ottima posizione, sta iniziando un nuovo ciclo degli utili e sta intraprendendo una politica monetaria espansiva. Il Paese è in una fase di cambiamento politico, che renderà molto più facile fare business. A nostro avviso ciò, insieme ai bassi prezzi del carburante e al conseguente disavanzo commerciale in miglioramento, dovrebbe gettare le basi per un pluriennale mercato toro” puntualizza Madhav Bhatkuly nell’articolo “Azionario India, le basi per un mercato toro per molti anni”.
Il mercato azionario indiano ha peraltro beneficiato di due tagli dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of India (RBI), di cui uno la scorsa settimana. Secondo Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders però, come ha dichiarato nell’articolo “India, adesso però c’è poco spazio per altri tagli dei tassi”, i tassi in India, saranno tagliati per non più di altri 50 pb (0,50%) nel corso del 2015 mentre il suo collega James Sym, Fund Manager European Equities di Schroders, ha ribadito di essere moderatamente positivo sull’azionario della zona euro, in particolare per quanto riguarda i titoli con valutazioni economiche all’interno dei settori dei beni di consumo ciclici (ad esempio auto o media), dei beni industriali ciclici (come le costruzioni) e delle banche di alta qualità. Nell’articolo “Azionario Euro, opportunità nei ciclici e nelle banche di alta qualità” James Sym fa presente che presta un occhio attento alla domanda di credito delle società, dal momento che gli investimenti sono in grado di alimentare una ripresa economica sostenibile, e un altro agli indicatori anticipatori che potrebbero preannunciare una ripresa delle spese in conto capitale (CapEx) che, a loro volta, favorirebbe un miglioramento dei profitti aziendali.
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