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Investitori europei, a gennaio si raffreddano gli entusiasmi
2 Febbraio 2015 16:10

5 è iniziato con un calo della fiducia degli investitori internazionali verso i mercati azionari: a gennaio il livello è risultato in calo di 5,5 punti portando l’indice dai 112,2 punti di dicembre agli attuali 106,7 punti.
È quanto emerge dalle lettura dell’andamento dell’Investor Confidence Index di State Street (ICI) globale. Guardando più attentamente i dati delle diverse aree geografiche si può però constatare che gli investitori europei sono quelli in cui il «sentiment» positivo verso la Borsa è meno propositivo: l’indice ICI Europa risulta infatti in calo di 5,7 punti (da 119,6 a 113,9 punti). In Nord America e in Asia l'ICI è sceso invece di 1,1 punti: rispettivamente a 101,8 e a 99,6 punti.
Secondo gli analisti, a dettare la contrazione mensile sono stati i timori deflazionistici globali che pesavano a inizio anno, i rischi geopolitici e l’instabilità politica nella zona euro. I rilevamenti sono stati infatti effettuati nella prima metà del mese quando cioè la BCE non aveva ancora annunciato il Quantitative Easing (22 gennaio) e la Grecia non aveva ancora votato. Per quanto, fanno sapere gli addetti ai lavori, sarà interessante vedere se il QE della BCE sarà in grado di compensare la crescente incertezza politica nella zona euro e portare a una stabilizzazione nel sentiment degli investitori europei.
In attesa di conoscere nei prossimi mesi la risposta, va ricordato che lo State Street Investor Confidence Index (ICI) fornisce un prezioso contributo. Sviluppato da Kenneth Froot e Paul O'Connell, questo indicatore elabora la predisposizione ad acquistare degli investitori o la propensione al rischio tramite un modello quantitativo che analizza l'acquisto reale e la vendita nei portafogli degli investitori istituzionali: è pertanto un indice che, a differenza di altre indagine basate su pareri o indicazioni verbali fornite dagli investitori istituzionali, sintetizza l’effettiva propensione ad investire da parte degli operatori di mercato. Un valore dell’indice pari a 100 indica una sostanziale neutralità della propensione degli investitori mentre un livello superiore indica maggiore esposizione al rischio e viceversa per valori inferiori a cento.
È quanto emerge dalle lettura dell’andamento dell’Investor Confidence Index di State Street (ICI) globale. Guardando più attentamente i dati delle diverse aree geografiche si può però constatare che gli investitori europei sono quelli in cui il «sentiment» positivo verso la Borsa è meno propositivo: l’indice ICI Europa risulta infatti in calo di 5,7 punti (da 119,6 a 113,9 punti). In Nord America e in Asia l'ICI è sceso invece di 1,1 punti: rispettivamente a 101,8 e a 99,6 punti.
Secondo gli analisti, a dettare la contrazione mensile sono stati i timori deflazionistici globali che pesavano a inizio anno, i rischi geopolitici e l’instabilità politica nella zona euro. I rilevamenti sono stati infatti effettuati nella prima metà del mese quando cioè la BCE non aveva ancora annunciato il Quantitative Easing (22 gennaio) e la Grecia non aveva ancora votato. Per quanto, fanno sapere gli addetti ai lavori, sarà interessante vedere se il QE della BCE sarà in grado di compensare la crescente incertezza politica nella zona euro e portare a una stabilizzazione nel sentiment degli investitori europei.
In attesa di conoscere nei prossimi mesi la risposta, va ricordato che lo State Street Investor Confidence Index (ICI) fornisce un prezioso contributo. Sviluppato da Kenneth Froot e Paul O'Connell, questo indicatore elabora la predisposizione ad acquistare degli investitori o la propensione al rischio tramite un modello quantitativo che analizza l'acquisto reale e la vendita nei portafogli degli investitori istituzionali: è pertanto un indice che, a differenza di altre indagine basate su pareri o indicazioni verbali fornite dagli investitori istituzionali, sintetizza l’effettiva propensione ad investire da parte degli operatori di mercato. Un valore dell’indice pari a 100 indica una sostanziale neutralità della propensione degli investitori mentre un livello superiore indica maggiore esposizione al rischio e viceversa per valori inferiori a cento.
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