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Idee di investimento - Azioni - 19 gennaio 2015

19 Gennaio 2015 09:48

financialounge -  Asia idee di investimento mercati azionari petrolio
l’ambito delle posizioni flessibili multi-asset, sul mercato azionario, deteniamo una posizione sovrappesata nel settore delle imprese edili USA e una posizione rialzista sull‘indice tedesco Dax rispetto all’indice svizzero SMI. L'indice DAX comprende più settori ciclici, mentre nell'SMI prevalgono i comparti difensivi” fa sapere Joost Van Leenders di BNP Paribas Investment Partners nell’articolo “Anno nuovo: avvio in sordina per i mercati azionari” mentre Rory Bateman, Head of European Equities, Schroders nell’articolo “Il terremoto del franco svizzero crea anche opportunità” ha precisato: “La divisa elvetica dopo il crollo del 15 gennaio in cui la Banca centrale del paese ha deciso di non vincolare più il cambio eur / chf a 1,20, si è stabilizzata intorno alla parità contro la moneta unica. Nei prossimi giorni, nei nostri portafogli, faremo le nostre valutazioni sul probabile impatto di questi sviluppi sugli utili delle società. Proteggere, e aggiungere, il valore dei portafogli dei nostri clienti è della massima importanza per ogni decisione che prendiamo in Schroders. Siamo consapevoli che la volatilità può creare opportunità e l’esperienza ci suggerisce di reagire cautamente, ma con convinzione, avendo compreso i fondamentali di più lungo termine”.

Restando nell’azionario del Vecchio Continente, Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global, nell’articolo “Il 2015 sarà l’anno della rivincita della gestione attiva” sottolinea come ci siano elementi che avvalorano l’investimento nei listini europei: “Il cambio nella retorica politica, dove gli accenti si sono spostati dai vincoli del rigore all’urgenza di misure di stimolo, rallenta il devastante «deleveraging» e il sistema bancario è pronto a finanziare la domanda di credito, i pesanti pedaggi sociali imposti in alcuni paesi del sud Europa si sono realizzati nella diminuzione del costo del lavoro per unità di prodotto abbassando i divari di competitività, i paesi che fanno il maggior ricorso alle importazioni di petrolio sono Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna e il crollo del prezzo compensa ampiamente il dollaro più caro dando sollievo alle bilance dei pagamenti, la ritrovata competitività dell’euro è vento nelle vele delle società esportatrici. Le valutazioni azionarie inoltre, anche depurate dagli effetti del ciclo economico (Shiller P/E o CAPE), si presentano convenienti sia in termini storici e, a maggior ragione, nel confronto con le azioni americane”.

D’altra parte l’Europa potrebbe avere, qualora la propria economia desse segni di risveglio, ampi spazi di crescita soprattutto nei settori bancari e industriali: oltretutto l’equity del Vecchio Continente offre interessanti dividendi (dal 5% del Cac40 di Parigi al 3,62% del Ftse 100 di Londra) che possono rappresentare una valida opzione alternativa ai titoli obbligazionari sempre meno generosi in termini di rendimento. La divisione Morgan Stanley Research, dal canto suo, pur ritenendo che il miglioramento della crescita, insieme al contesto di bassa inflazione e di politiche monetarie accomodanti, supporteranno il mercato azionario e obbligazionario societario nel 2015, ha rivisto al rialzo le valutazioni attese per il mercato azionario giapponese e statunitense mentre ha ridotto quelle sui Paesi Emergenti.
“In USA riteniamo che sovraperformerà il settore energetico mentre ci attendiamo una sottoperformance del settore health care e delle small cap. In Europa preferiamo i settori ciclici mentre sconsigliamo quelli difensivi” fa sapere la divisione nell’articolo “Azioni, bond, oro e valute: ecco lo scacchiere del 2015”.

A proposito di settori, Virginie Maisonneuve, CIO Azioni globali, managing director, responsabile globale delle azioni e gestore presso la sede PIMCO di Londra nell’articolo “Perché privilegiamo i settori beni di consumo e industria” spiega così le ragioni delle sue scelte settoriali azionarie: “In generale, le imprese attive nel settore dei consumi dovrebbero beneficiare della riduzione del costo dell’energia. Siamo relativamente ottimisti sulle società del comparto dei consumi discrezionali quali automobili e componenti, beni durevoli e abbigliamento, hotel, ristoranti e tempo libero, nonché media e distribuzione in generale. Le imprese del settore industriale, come quelle attive nei segmenti dei beni strumentali, dei trasporti e di servizi commerciali e forniture, dovrebbero beneficiare del calo dei costi di produzione, che si ripercuoterà positivamente sui margini di profitto” sostiene Virginie Maisonneuve per la quale, tra i maggiori beneficiari figurano pure i consumatori asiatici in quanto la regione (e, in particolare, Singapore, Hong Kong, Corea, Taiwan e Thailandia) è un grande importatore di petrolio. “Pertanto, il calo dei prezzi del petrolio si tradurrà in migliori ragioni di scambio, minori oneri di bilancio e migliore dinamica dell’inflazione per i paesi asiatici. In Asia, il settore dei consumi discrezionali sembra favorevolmente posizionato sia sul fronte delle commodity sia in termini di valutazioni favorevoli. Ciò comprende aree quali le automobili, i beni elettronici e i viaggi. In paesi in cui l’onere debitorio delle famiglie è elevato, come ad esempio la Corea, un calo dei tassi d’interesse rimane un fattore di sostegno. In effetti, in Corea è probabile un ulteriore taglio dei tassi. Ciò dovrebbe aiutare i consumatori a contenere ulteriormente il proprio onere per interessi. E il calo della spesa energetica per i consumatori è la ciliegina sulla torta” specifica infine Virginie Maisonneuve.

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