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Fondi bilanciati

Fondi bilanciati, il fattore critico della volatilità

12 Gennaio 2015 15:15
financialounge -  Fondi bilanciati suggerimenti di investimento volatilità Zest Asset Management
I risparmiatori che nel 2014 hanno scelto di investire in fondi bilanciati sono stati ricompensati con buone e, in alcuni casi ottime, performance.
I fondi bilanciati azionari, che in base alla classificazione di Assogestioni, investono in azioni e in indici azionari da un minimo del 50% e fino ad un massimo del 90% del portafoglio mentre la quota restante del portafoglio (tra il 50% e il 10%) è impiegata in titoli obbligazionari e in strumenti monetari, hanno reso in media il 6,4%. I fondi bilanciati classici, investiti in equity da un minimo del 30% e fino ad un massimo del 70%, hanno invece offerto una performance media del 7,8% mentre i bilanciati obbligazionari (il cui portafoglio è esposto in azioni tra il 10% e 50% del portafoglio) hanno mostrato un apprezzamento medio del valore della quota del 7,2%.

Tuttavia se i rendimenti annui sono risultati abbastanza comparabili tra loro, molto diverso è stato l’andamento della quota nel corso dei 12 mesi. Infatti, la volatilità dei bilanciati azionari si è attestata al 7,8%, quella dei bilanciati classici al 7,1% e quella dei bilanciati obbligazionari al 4,3%. Per comprendere meglio cosa abbia significato sottoscrivere un fondo bilanciato obbligazionario rispetto a un bilanciato azionario è possibile verificare l’andamento durante alcune correzioni di mercato.
Tra il 22 gennaio e il 5 febbraio 2014, un fondo bilanciato azionario ha perso il 4,75% mentre uno bilanciato obbligazionario ha limitato le perdite allo 0,71%. Dal 27 agosto al 16 settembre, mentre il bilanciato obbligazionario è arretrato dello 0,8% il bilanciato azionario ha lasciato sul parterre il 2,84%: infine, se dal 5 al 16 dicembre il fondo bilanciato azionario ha accusato un calo del 4,65%, il bilanciato obbligazionario non è andato oltre un arretramento di un punto percentuale.

Confronti che ribadiscono l’importanza, nella scelta del prodotto bilanciato, della volatilità in modo che sia perfettamente compatibile con il proprio profilo di rischio e il relativo grado di accettazione delle potenziali perdite. Un pericolo sottolineato da Maurizio Novelli, Global Strategist di Zest Asset Management: “Quello che sembra abbastanza assodato è che il profilo di rischio degli investitori è decisamente alto e si basa sulla sicurezza della protezione offerta dalle Banche Centrali. In relazione a tale certezza gli investitori hanno accumulato un esposizione particolarmente accentuata su borse e credito «alla ricerca dei rendimenti perduti» per effetto di politiche monetarie che azzerano i rendimenti sulle asset class considerate «sicure» che in molti casi (come per i titoli governativi) sicure non sono più. In questo modo, pur sapendo che l'economia mondiale è decisamente precaria ed instabile, i mercati finanziari sembrano appartenere ad un altra «dimensione» e fotografano invece un mondo pieno di benessere e rosee certezze”.
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