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Come aumentare la domanda di credito in Europa

16 Dicembre 2014 11:00
financialounge -  BCE Europa mercato del credito quantitative easing
La BCE è in grado di contrastare la mancanza del credito per gli investimenti e per i consumi mediante una politica monetaria magari ancora più espansiva? Oppure le banche centrali non dispongono affatto degli strumenti necessari per risolvere da sole le problematiche attuali? Rispondendo a questi interrogativi il team di ETHENEA arriva alla conclusione che attualmente il QE (quantitative easing) sarebbe sensato anche in Europa (se non altro perché nel medio lungo termine la sostenibilità del debito di diversi Stati è fortemente messa in discussione). Un’ulteriore alternativa al QE potrebbe essere l’acquisto diretto di obbligazioni societarie. Le conclusioni a cui giungono gli specialisti di ETHENEA sono il frutto di un’approfondita riflessione articolata in quattro punti.

1. Domanda e offerta: il meccanismo di trasmissione
Se attualmente le banche sono molto meno propense ad assumere rischi sotto forma di erogazione di credito, le imprese e le famiglie non sono disposte a pagare tassi elevati in tempi di grande incertezza. Ciò genera uno squilibrio. Nell’economia reale i punti d’intersezione sono pochi o del tutto assenti, anche se dal lato della banca centrale è disponibile una quantità maggiore di liquidità nel sistema. Ne deriva un gap creditizio, che fa sì che le imprese e le famiglie abbiano a disposizione denaro insufficiente per gli investimenti e per i consumi. Questa situazione penalizza l’andamento dell’economia e ostacola nel complesso la ripresa.

2. Misure di politica monetaria per stimolare il meccanismo di trasmissione
Gli strumenti di politica monetaria adottati finora dalla BCE non sono stati in grado di influire in alcun modo sulla domanda di credito delle imprese e delle famiglie. Se si pensa al fatto che nella prima fase del programma di TLTRO nel settembre 2014 sono stati assegnati solo 82,6 miliardi di euro, ossia una quota ridotta dell’importo disponibile, s’insinua il sospetto che forse il problema non vada ricercato dal lato dell’offerta di credito, bensì da quello della domanda. In pratica, con le misure finora adottate, la BCE è in grado di influenzare l’offerta di credito, ma non la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie, necessaria per stimolare l’economia. Il problema che ne deriva è il seguente: se l’alterazione del meccanismo di trasmissione non è da ricercare dal lato dell’offerta ma da quello della domanda, benché in teoria possano apparire geniali, queste misure sono praticamente inutili.

3. QE (Quantitative Easing) in stile Fed come soluzione definitiva?
ETHENEA è scettica di fronte all’idea che il QE possa essere realmente considerato una panacea e si chiede se, invece, non sia solo un modo per calmare temporaneamente il paziente. In un momento in cui quasi tutti i paesi dell’area euro possono rifinanziarsi a con-dizioni più vantaggiose che mai e l’euro non fa che indebolirsi alla luce della divergenza della politica monetaria rispetto agli USA e ad altre aree valutarie, non si vede la necessità di un QE. Resta però da vedere se questa strategia si rivelerà efficace a lungo termine.
In un’ottica di lungo periodo, nel nostro caso è senz’altro necessario adottare questa misura o una simile, poiché la sostenibilità del debito di diversi Stati è fortemente messa in discussione. La riduzione del rischio per le banche e i proventi diretti delle obbligazioni detenute offrirebbero il margine di manovra per un incremento dell’erogazione di credito. L’offerta di credito continuerebbe ad aumentare, ma la domanda rimarrebbe ancora una volta invariata. Tuttavia se Ben Bernanke, l’ex presidente della Fed che ha lanciato tre QE, avesse ragione (per quanto riguarda la sua dichiarazione "Il problema con il QE è che funziona nella pratica, ma non in teoria"), attualmente il QE sarebbe sensato anche in Europa. La ripresa economica negli USA corrobora la sua tesi, ma occorrerebbe porsi la seguente domanda: quanto è credibile e affidabile una banca centrale che investe somme senza precedenti in programmi di cui sembra non riuscire a spiegare il funzionamento?

4. Acquisti di obbligazioni societarie da parte della BCE?
Un’ulteriore alternativa al QE che secondo i resoconti dei media sarebbe attualmente discussa all’interno della BCE è l’acquisto diretto di obbligazioni societarie. Se i programmi avviati finora non dovessero riscuotere il successo sperato, questo sarebbe sicuramente un passo nella giusta direzione, poiché non influirebbe sull’offerta di credito, bensì direttamente sulla domanda di prestiti delle imprese. Queste ultime avrebbero la certezza che una parte dei loro debiti sarà acquistata direttamente dalla banca centrale. Ciò ridurrebbe anche la dipendenza da un meccanismo di trasmissione funzionante, dal momento che le imprese potrebbero rifinanziarsi direttamente sul mercato dei capitali e a condizioni più vantaggiose.
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