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L'India cresce ma ha urgente bisogno delle riforme

1 Dicembre 2014 14:00
financialounge -  india petrolio PIL riforme Schroders
Un terzo trimestre migliore del previsto ma che mantiene intatte tutte le criticità del paese: dalle infrastrutture energetiche e dei trasporti ai bassi volumi degli investimenti fino alla debolezza delle esportazioni.

È quel che fa notare Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders nel commentare il dato del PIL indiano cresciuto del 5,3% su base annuale nel terzo trimestre del 2014, inferiore rispetto al 5,7% del trimestre precedente, ma meglio delle attese di Schroders e della City londinese.

“Sebbene la crescita abbia superato le aspettative dei mercati, è stata sostenuta dalla spesa pubblica e dai consumi privati. Sia gli investimenti, sia le esportazioni nette, si sono rivelati più deboli rispetto al secondo trimestre: si tratta di un dato negativo in un’economia con significative necessità di modernizzazione infrastrutturale e problemi ricorrenti sulla parte corrente del bilancio. Anche la dipendenza dalla spesa pubblica preoccupa, dato il prossimo target di riduzione del deficit fiscale” precisa Craig Botham che però si dice relativamente fiducioso per l’ultimo trimestre di quest’anno e per l’intero 2015 le cui prospettive sembrano migliori, anche se non di molto.

Una view, quella sul prossimo anno, che per l’economista si spiega con la debolezza del prezzo del petrolio e per le attese di qualche successo sul fronte delle riforme, che dovrebbe portare a maggiori investimenti e a un’accelerazione dell’economia man mano che ci si avvicina al 2016.
“Tuttavia, l’India denota ancora colli di bottiglia dal lato dell’offerta (specialmente nelle infrastrutture energetiche e dei trasporti) e un quadro per gli investimenti relativamente modesto. A ciò si aggiunge la preoccupante recente debolezza delle esportazioni” sottolinea Craig Botham per il quale l’agenda delle riforme resta un fattore chiave per le speranze di crescita indiane.

“Sebbene siano stati fatti alcuni passi in avanti, restano ostacoli di natura politica. Il primo ministro Modi non ha ancora mostrato di avere le mani libere che qualcuno si aspettava avesse alla luce del forte mandato popolare. L’ultima preoccupazione in ordine di tempo riguarda le pressioni da parte dei Governi statali per ottenere delle esenzioni sulla Goods and Services Tax (GST), un punto fondamentale della riforma della tassazione. Infatti, se troppi beni dovessero essere esclusi dal campo di applicazioni della GST, la tassa non raggiungerebbe pienamente il suo scopo” puntualizza Craig Botham che ora guarda ai lavori del Parlamento indiano: il successo nell’implementazione delle riforme in questo momento, inclusa quella sulla GST, avrà implicazioni significative sia per il sentiment sia per le prospettive dell’economia indiana.
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