idee di investimento
Idee di investimento - Azioni - 1 dicembre 2014
1 Dicembre 2014 10:05

dimento annuo atteso delle azioni in un orizzonte di cinque anni è attorno al 7%, al di sotto della media storica che negli ultimi vent’anni è attorno a 9% (9,9% da inizio ‘900), ma superiore alla media degli ultimi dieci anni (4,4%) e, soprattutto, ancora interessante in rapporto al rendimento atteso di 1,2% delle obbligazioni, a sua volta inferiore alla media ventennale di 3,4%.
In questo scenario, descritto da Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nell’articolo “Rendimenti attesi inferiori ma preferenza all'equity”, lo strategist ribadisce il proprio favore verso le azioni mentre suggerisce prudenza sulle obbligazioni ad elevato rendimento che stanno incorporando rischi superiori alla remunerazione.
Favorevole all’equity, in particolare a quello europeo, è Monica Defend, Global Strategist di Pioneer Investments. Nell’articolo “Contesto macro europeo, consigli per gli investimenti” la strategist afferma: “Manteniamo una visione costruttiva sull’azionario. Le valutazioni restano incoraggianti e prevediamo un miglioramento degli utili per azione nei prossimi dodici mesi. Le vendite e i ricavi potrebbero ottenere uno slancio dall'indebolimento dell'euro che, in base alle nostre previsioni, potrebbe attestarsi intorno a 1,20 rispetto al dollaro USA nei prossimi dodici mesi”. Monica Defend nella propria panoramica europea parla anche del settore bancario: “I risultati del «comprehensive assessment», portato a termine dalla BCE e che ha riguardato il settore bancario europeo, sono in linea con le aspettative, escludendo che il settore possa costituire fonte di instabilità per il mercato. Oltre a essere incoraggianti, i risultati complessivi testimoniano un ulteriore passo verso l'armonizzazione delle regole tra i diversi Paesi su argomenti importanti come la supervisione bancaria. A nostro avviso, un test del genere, peraltro realizzato in modo molto serio, contribuirà al ripristino della fiducia nei confronti di un settore, quello bancario, che rappresenta più del 12% dell'indice EuroStoxx 600”.
A proposito di settori. Diverse case d’investimento si sono espresse in termini favorevoli in settimana su specifici settori di Borsa. Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock nell’articolo “Meglio puntare sugli high yield e sui titoli azionari ciclici” spiega la propria diffidenza verso i titoli dei settori difensivi: “Se la sete di rendimento è comprensibile, non va trascurato che può portare gli investitori a pagare più del dovuto quanto acquistato e assumere rischi nascosti. I settori difensivi, infatti, sono sensibili ai tassi di interesse e, se questi ultimi aumentano anche in modo modesto nel 2015, come ci aspettiamo che accada, questi settori rischiano di generare uno scarso rendimento, in quanto le loro valutazioni sono particolarmente sensibili agli aumenti dei tassi. Per queste ragioni suggeriamo di utilizzare altre fonti di rendimento tra cui le obbligazioni USA high yield e i titoli dei settori più ciclici del mercato azionario, che potrebbero rappresentare strumenti d’investimento interessanti per beneficiare di un miglioramento dell'economia”.
Nell’articolo “Perché adesso i titoli del lusso sono tornati attraenti” Juan Manuel Mendoza, Head Equities Asia di Credit Suisse a Singapore, e gestore dei fondi CS (Lux) Luxury Goods Fund e CS (Lux) Global Prestige Fund suggerisce di valutare l’opportunità di investire nei titoli dei grandi marchi di lusso globali esaminando le enormi potenzialità delle vendite online e la crescita del mercato americano: su queste basi ritiene che la valutazione del settore, sia assoluta che relativa, sembra a questi livelli interessante con la maggior parte dei marchi di lusso globali come LVMH, Richemont e Swatch Group che non trattano più in Borsa a premio rispetto all’indice mondiale (MSCI World ) e a quello europeo (MSCI Europe), un aspetto verificatosi l'ultima volta solo durante la crisi finanziaria del 2008.
Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP) dal canto suo , nell’articolo “Farmaceutico e hi tech USA restano la prima scelta“ si dichiara convinto che i settori healthcare e technology dovrebbero continuare a mostrare buone performance. Tuttavia l’analista suggerisce, agli investitori che scelgono i settori legati alla tecnologia, di guardare con attenzione i recenti segnali di un rallentamento economico globale (lanciati, per esempio, dal leading indicator dell’OCSE, dal JP Morgan Global PMI e dai nuovi ordini negli USA misurati da Markit): i titoli azionari del settore high tech sono infatti fortemente vulnerabili rispetto a qualsiasi debolezza del tasso di crescita.
Infine, per gli investitori interessati ai titoli di aziende che hanno avviato programmi di riacquisto di azioni proprie, adesso si può sottoscrivere PowerShares Global Buyback Achievers UCITAS ETF lanciato da Invesco PowerShares che punta alla replica fisica dell’indice Nasdaq Global Buyback Achievers Net Total Return, composto dalle aziende che,nell'ultimo anno solare, hanno effettuato riacquisti per almeno il 5%netto del proprio flottante. Nell’articolo “Il primo ETF per puntare sulle aziende con "buyback" si spiega che l’avvio di un programma di riacquisto rappresenta infatti un'alternativa ai dividendi per restituire valore agli azionisti e, spesso, si traduce in valori più elevati per il titolo, in termini di rapporto prezzo/fatturato, prezzo/utili e prezzo/flussi di cassa. Un programma di riacquisto può pertanto innescare corsi azionari più elevati e aumentarne il rendimento nel tempo.
In questo scenario, descritto da Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global nell’articolo “Rendimenti attesi inferiori ma preferenza all'equity”, lo strategist ribadisce il proprio favore verso le azioni mentre suggerisce prudenza sulle obbligazioni ad elevato rendimento che stanno incorporando rischi superiori alla remunerazione.
Favorevole all’equity, in particolare a quello europeo, è Monica Defend, Global Strategist di Pioneer Investments. Nell’articolo “Contesto macro europeo, consigli per gli investimenti” la strategist afferma: “Manteniamo una visione costruttiva sull’azionario. Le valutazioni restano incoraggianti e prevediamo un miglioramento degli utili per azione nei prossimi dodici mesi. Le vendite e i ricavi potrebbero ottenere uno slancio dall'indebolimento dell'euro che, in base alle nostre previsioni, potrebbe attestarsi intorno a 1,20 rispetto al dollaro USA nei prossimi dodici mesi”. Monica Defend nella propria panoramica europea parla anche del settore bancario: “I risultati del «comprehensive assessment», portato a termine dalla BCE e che ha riguardato il settore bancario europeo, sono in linea con le aspettative, escludendo che il settore possa costituire fonte di instabilità per il mercato. Oltre a essere incoraggianti, i risultati complessivi testimoniano un ulteriore passo verso l'armonizzazione delle regole tra i diversi Paesi su argomenti importanti come la supervisione bancaria. A nostro avviso, un test del genere, peraltro realizzato in modo molto serio, contribuirà al ripristino della fiducia nei confronti di un settore, quello bancario, che rappresenta più del 12% dell'indice EuroStoxx 600”.
A proposito di settori. Diverse case d’investimento si sono espresse in termini favorevoli in settimana su specifici settori di Borsa. Russ Koesterich Global Chief Investment Strategist di BlackRock nell’articolo “Meglio puntare sugli high yield e sui titoli azionari ciclici” spiega la propria diffidenza verso i titoli dei settori difensivi: “Se la sete di rendimento è comprensibile, non va trascurato che può portare gli investitori a pagare più del dovuto quanto acquistato e assumere rischi nascosti. I settori difensivi, infatti, sono sensibili ai tassi di interesse e, se questi ultimi aumentano anche in modo modesto nel 2015, come ci aspettiamo che accada, questi settori rischiano di generare uno scarso rendimento, in quanto le loro valutazioni sono particolarmente sensibili agli aumenti dei tassi. Per queste ragioni suggeriamo di utilizzare altre fonti di rendimento tra cui le obbligazioni USA high yield e i titoli dei settori più ciclici del mercato azionario, che potrebbero rappresentare strumenti d’investimento interessanti per beneficiare di un miglioramento dell'economia”.
Nell’articolo “Perché adesso i titoli del lusso sono tornati attraenti” Juan Manuel Mendoza, Head Equities Asia di Credit Suisse a Singapore, e gestore dei fondi CS (Lux) Luxury Goods Fund e CS (Lux) Global Prestige Fund suggerisce di valutare l’opportunità di investire nei titoli dei grandi marchi di lusso globali esaminando le enormi potenzialità delle vendite online e la crescita del mercato americano: su queste basi ritiene che la valutazione del settore, sia assoluta che relativa, sembra a questi livelli interessante con la maggior parte dei marchi di lusso globali come LVMH, Richemont e Swatch Group che non trattano più in Borsa a premio rispetto all’indice mondiale (MSCI World ) e a quello europeo (MSCI Europe), un aspetto verificatosi l'ultima volta solo durante la crisi finanziaria del 2008.
Claudio Borrelli, Head of Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP) dal canto suo , nell’articolo “Farmaceutico e hi tech USA restano la prima scelta“ si dichiara convinto che i settori healthcare e technology dovrebbero continuare a mostrare buone performance. Tuttavia l’analista suggerisce, agli investitori che scelgono i settori legati alla tecnologia, di guardare con attenzione i recenti segnali di un rallentamento economico globale (lanciati, per esempio, dal leading indicator dell’OCSE, dal JP Morgan Global PMI e dai nuovi ordini negli USA misurati da Markit): i titoli azionari del settore high tech sono infatti fortemente vulnerabili rispetto a qualsiasi debolezza del tasso di crescita.
Infine, per gli investitori interessati ai titoli di aziende che hanno avviato programmi di riacquisto di azioni proprie, adesso si può sottoscrivere PowerShares Global Buyback Achievers UCITAS ETF lanciato da Invesco PowerShares che punta alla replica fisica dell’indice Nasdaq Global Buyback Achievers Net Total Return, composto dalle aziende che,nell'ultimo anno solare, hanno effettuato riacquisti per almeno il 5%netto del proprio flottante. Nell’articolo “Il primo ETF per puntare sulle aziende con "buyback" si spiega che l’avvio di un programma di riacquisto rappresenta infatti un'alternativa ai dividendi per restituire valore agli azionisti e, spesso, si traduce in valori più elevati per il titolo, in termini di rapporto prezzo/fatturato, prezzo/utili e prezzo/flussi di cassa. Un programma di riacquisto può pertanto innescare corsi azionari più elevati e aumentarne il rendimento nel tempo.
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