High Yield
Perché occorre privilegiare un credito stabile e di qualità
24 Novembre 2014 10:10

vero che ci troviamo in un contesto caratterizzato da una crescita modesta ma sostenibile, da un’inflazione contenuta e da bassi tassi d’interesse e di default, allora gli investitori dovrebbero privilegiare un credito stabile e di qualità mentre, sui segmenti a rendimento più elevato, dovrebbero assicurarsi di puntare su bond che ai più alti rendimenti affiancano fondamentali solidi.
È questa la conclusione a cui giunge Christel Rendu de Lint, Head of Global and Absolute Return Fixed Income di Union Bancaire Privée (UBP) nell’esaminare l’attuale scenario macro economico. Per la strategist, in primo luogo, si possono trovare buoni rendimenti nell’ambito del debito subordinato delle società finanziarie, un settore in cui c'è stato un forte abbassamento del rischio rispetto all'inizio della crisi. Infatti, con i nuovi standard di Basilea 3, i Tier 1 ratio (patrimonio di base o di qualità primaria perché costituisce il nocciolo duro del capitale di ogni banca del mondo) sono aumentati in maniera significativa e continuano a farlo, specialmente nel caso dei "campioni nazionali".
Anche il segmento dell’high yield nell’ambito dei Credit Default Swap (CDS) costituisce per Christel Rendu de Lint un’ottima opportunità, nel contesto attuale, dal momento che offre un rendimento del 6% con condizioni di liquidità perfette e senza rischi legati ai tassi d’interesse e una compensazione per un tasso di default pari a circa il 7% annuo per cinque anni (rispetto al 2% atteso). Inoltre, la stretta di politica monetaria della Fed non dovrebbe avere alcun impatto sui rendimenti, a patto che non ci sia un peggioramento significativo delle condizioni macro.
Infine, bisognerebbe mantenere una bassa duration sui titoli di Stato, poiché non offre alcun rialzo significativo in termini di rendimento mentre può essere utilizzata come strumento di copertura: ad esempio potrebbe essere il caso del Bund decennale.
“Sebbene non ci aspettiamo che, nel prossimo futuro, l’economia globale possa cadere in recessione, restano comunque dei rischi. Tali difficoltà sono legate principalmente a eventuali incidenti di percorso da parte delle Banche centrali, che potrebbero «fare marcia indietro» o comunicare in maniera poco chiara: anche se ciò non porterebbe a un crollo dei mercati, farebbe aumentare la volatilità. Nel caso della BCE, il rischio sarebbe costituito dalla ricerca di «soluzioni veloci» piuttosto che di soluzioni dirette e chiare. Ad ogni modo, se questo dovesse accadere, è bene che gli investitori si ricordino che questa potrebbe essere l’occasione buona per comprare” conclude Christel Rendu de Lint.
È questa la conclusione a cui giunge Christel Rendu de Lint, Head of Global and Absolute Return Fixed Income di Union Bancaire Privée (UBP) nell’esaminare l’attuale scenario macro economico. Per la strategist, in primo luogo, si possono trovare buoni rendimenti nell’ambito del debito subordinato delle società finanziarie, un settore in cui c'è stato un forte abbassamento del rischio rispetto all'inizio della crisi. Infatti, con i nuovi standard di Basilea 3, i Tier 1 ratio (patrimonio di base o di qualità primaria perché costituisce il nocciolo duro del capitale di ogni banca del mondo) sono aumentati in maniera significativa e continuano a farlo, specialmente nel caso dei "campioni nazionali".
Anche il segmento dell’high yield nell’ambito dei Credit Default Swap (CDS) costituisce per Christel Rendu de Lint un’ottima opportunità, nel contesto attuale, dal momento che offre un rendimento del 6% con condizioni di liquidità perfette e senza rischi legati ai tassi d’interesse e una compensazione per un tasso di default pari a circa il 7% annuo per cinque anni (rispetto al 2% atteso). Inoltre, la stretta di politica monetaria della Fed non dovrebbe avere alcun impatto sui rendimenti, a patto che non ci sia un peggioramento significativo delle condizioni macro.
Infine, bisognerebbe mantenere una bassa duration sui titoli di Stato, poiché non offre alcun rialzo significativo in termini di rendimento mentre può essere utilizzata come strumento di copertura: ad esempio potrebbe essere il caso del Bund decennale.
“Sebbene non ci aspettiamo che, nel prossimo futuro, l’economia globale possa cadere in recessione, restano comunque dei rischi. Tali difficoltà sono legate principalmente a eventuali incidenti di percorso da parte delle Banche centrali, che potrebbero «fare marcia indietro» o comunicare in maniera poco chiara: anche se ciò non porterebbe a un crollo dei mercati, farebbe aumentare la volatilità. Nel caso della BCE, il rischio sarebbe costituito dalla ricerca di «soluzioni veloci» piuttosto che di soluzioni dirette e chiare. Ad ogni modo, se questo dovesse accadere, è bene che gli investitori si ricordino che questa potrebbe essere l’occasione buona per comprare” conclude Christel Rendu de Lint.
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