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Ora gli investitori professionali italiani temono la deflazione

27 Ottobre 2014 15:55
financialounge -  Assiom Forex deflazione Piazza Affari titoli di stato
Poco meno di due operatori professionali italiani su tre reputa (e teme) probabile o molto probabile uno scenario deflattivo nella zona euro. È questa la principale preoccupazione che emerge nella sondaggio mensile di ottobre a cura di Assiom Forex.
Lo studio, condotto su 306 operatori specialisti di Borsa, ha infatti evidenziato che il 57% degli intervistati (contro il 49% della precedente rilevazione di settembre) ha definito "probabile" la deflazione in eurolandia a cui si deve aggiungere un 5% che si schiera per lo scenario "molto probabile": per contro il 40% del campione non paventa la deflazione.

La ricerca ha spaziato però anche sulle attese su Piazza Affari e sullo spread dei titoli di stato italiani con quelli tedeschi. Relativamente al listino azionario milanese, c’è da rilevare che la recente correzione degli indici di Borsa e l’aumento dell’avversione al rischio hanno influito anche sui trader professionali; infatti la percentuale del campione del sondaggio Assiom Forex che prevede un aumento del valore di Piazza Affari (superiore ai tre punti percentuali) nei prossimi è scesa dal 46% al 32% mentre quella di coloro che si schierano sulla stabilità (cioè su una variazione dell’indice azionario italiano tra il più e il meno tre per cento) è al 41% (dal 37% di settembre): è peraltro raddoppiata al 24% la percentuale di quanti invece temono un calo del Ftsemib superiore al 3% nei prossimi 90 giorni.

Un sentiment di fondo negativo che si percepisce pure per quanto riguarda lo spread atteso nei prossimi tre mesi tra il btp decennale e il bund tedesco scadenza 2024 che venerdi scorso ha chiuso a 163 punti base (in aumento sia rispetto alla media dell’ultimo mese, pari a 136, che nei confronti della media a tre mesi, fissata a 156 punti base). Ebbene, nel sondaggio di ottobre, il 50% del campione (in aumento rispetto al 43% del mese precedente) ipotizza uno spread tra i 125 e i 150 punti base: segue, con il 32% (in forte ascesa rispetto al 21% di settembre) la percentuale dei votanti che stima uno spread tra i 150 e i 175 punti base: in parallelo, si dimezza (dal 25% al 12%), la quota dei votanti a favore di una spread posizionato tra i 100 e i 125 punti base.
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