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Le sanzioni alla Russia spaventano anche l’Europa

3 Settembre 2014 16:25
financialounge -  esportazioni Europa mercati valutari rublo Russia sanzioni Swift
È un momento particolarmente difficile per la valuta russa, che ad oggi registra il livello più basso mai segnato nei confronti del dollaro statunitense. La moneta ha segnato una nuova battuta d’arresto a seguito delle dichiarazioni di sabato da parte dell’Unione Europea, che si è detta pronta ad applicare nuove sanzioni alla Russia, colpevole, secondo le fonti smentite dalle autorità russe, di aver inviato truppe militari all’interno del territorio ucraino. Nella giornata di lunedì il rublo ha registrato un calo nei confronti del dollaro dello 0,5% portando le perdite di quest’anno al 13%.

Le sanzioni a cui la Russia è stata sottoposta ad oggi non sembrano aver ulteriormente aggravato la già difficile situazione della sua economia da 2 trilioni di dollari, ma la discesa della valuta russa non propone un quadro roseo.

L’aumento dei costi di importazione, conseguenza del cambio sfavorevole, potrà aumentare ulteriormente l’inflazione, che ad oggi è salita al 7,5%, sfavorendo ulteriormente i consumi interni. La banca centrale russa, ha aumentato i tassi di interessi tre volte da marzo ad oggi, per arginare l’inflazione e difendere il rublo, ma il proseguimento di tale politica potrebbe non essere di facile applicazione e le critiche da parte di alcuni esponenti del governo continuano ad aumentare.

Mentre il premier Putin continua a negare il coinvolgimento nel conflitto tra il governo ucraino e i separatisti filo-russi, è di ieri la notizia di un accordo per il cessate il fuoco. Si apre quindi uno spiraglio verso una possibile risoluzione pacifica del conflitto che continua a preoccupare anche i mercati. Intanto l’Europa si dice pronta a nuove sanzioni verso la Russia e tra quelle possibili, e fortemente richieste da alcuni tra cui Stati Uniti e Regno Unito in primis, ci sarebbe l’esclusione dal sistema di pagamento bancario Swift.

La società che governa il sistema di telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali, noto al mondo come Swift, coordinando il raffinato sistema di messaggistica utilizzato da più di 10.500 banche per i trasferimenti internazionali di denaro, ha sede in Belgio e dunque è soggetto alle disposizioni dell’Unione Europea. Senza l’accesso al sistema di pagamento, le banche russe non sarebbero in grado di inviare o ricevere pagamenti al di fuori dei confini nazionali con pesanti conseguenze sul commercio e gli investimenti.

Nonostante l’ipotetico blocco, le banche russe potrebbero comunque trovare alcune soluzioni alternative per aggirare l’ostacolo e tra queste la creazione di un sistema di pagamenti alternativo con la partecipazione degli istituti di credito internazionali. Se pur plausibile, tale soluzione sembra improbabile a causa della riluttanza degli istituti di credito stranieri, timorosi per le possibili ripercussioni da parte di Stati Uniti ed Unione Europea, o per la possibile esclusione dal sistema Swift.

In realtà un quadro simile sembra ancora lontano. L’Unione Europea infatti, non sarebbe incline all’adozione di una sanzione tanto drastica, sebbene Angela Merkel e gli altri leader europei abbiano dichiarato di stare considerando nuove misure nei confronti della Russia.

Il filo che lega il Vecchio Continente e lo stato di Vladimir Putin è rafforzato dalla debolezza dell’economia europea. La Russia infatti ad oggi costituisce uno dei maggiori partner commerciali dell’Unione Europea e un taglio tanto drastico potrebbe mettere a rischio esportazioni per un valore superiore ai 6,7 milardi di dollari, oltre che avere pesanti ripercussioni sulle forniture energetiche.
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