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India in rinascita?

3 Settembre 2014 12:35
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L’India guarda avanti.
Il balzo del PIL del secondo trimestre a +5,7% potrebbe avviare un boom contro l’andamento stagnante dei precedenti trimestri: la tigre asiatica raggiunge il miglior risultato degli ultimi due anni. Se si tratti di un momento o di un cambiamento non è semplice da stabilire.

Molto probabilmente il dato è da porre in relazione con l’elezione di Narendra Modi, Primo Ministro il cui mandato ha appena compiuto cento giorni. Nell’anno in corso la rupia è riuscita a rivalutarsi del 2% nei confronti del dollaro americano e in Borsa l’indice Mumbai Sensex ha registrato un incremento del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inevitabile collegare il miglioramento indiano con l’operato del neo-Primo Ministro Narendra Modi.

Il nuovo capo del governo ha portato avanti una campagna enfatizzando le capacità del proprio management durante il suo incarico nello stato del Gujarat, segnato da un importante calo della disoccupazione e dagli alti investimenti stranieri. Il premier è riuscito a convincere l’elettorato indiano con promesse circa la fine dall’immobilismo politico, riforme per la riduzione dalla disoccupazione e per il controllo dell’inflazione, incentivi ai centri manifatturieri e la costituzione di distretti industriali.

Anche gli analisti vedono di buon occhio il nuovo governo, come conferma Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders: “Nonostante Modi non sia ancora riuscito a portare avanti tutte le promesse pre-elezioni, siamo ottimisti sui progressi fatti e ci attendiamo un ulteriore crescita dell’economia per quest’anno”.
La prima cartina tornasole è stato il miglioramento del sentiment dei cittadini, che hanno percepito un deciso cambio di rotta. Anche dal punto di vista della crescita si sono riscontrati maggiori investimenti ed una maggiore fiducia da parte dei consumatori. L’India è ancora lontana dalla piena risoluzione delle sue problematiche, ma sembra essersi incanalata verso la strada corretta grazie a Narendra Modi, che è riuscito a dare all’economia una spinta iniziale e sembra voler continuare il percorso intrapreso.

Sono infatti allo studio riforme strutturali per il mercato del lavoro, per la fiscalità e per riuscire ad attrarre maggiori capitali degli investitori stranieri. Modi ha anche avviato il programma “People’s Whealth Scheme”, che punta ad aprire 10 milioni di conti correnti in tutta l’India, combattendo in tal modo la pratica dell’usura diffusa in particolare nelle zone rurali. I nuovi conti entreranno nel circuito nazionale RuPay e daranno il diritto a una polizza assicurativa contro gli infortuni, una polizza sanitaria e una carta prepagata che, dopo sei mesi di valutazione, la banca potrà convertire in una carta di credito.

Inoltre il premier punta a ridurre la burocrazia agevolando in tal modo imprese e cittadini. Proprio per questo è in programma la costruzione di una infrastruttura digitale che conterrà ogni singolo certificato rilasciato da una amministrazione pubblica ad un cittadino. Al momento l’India richiede ulteriori miglioramenti, ma la direzione presa sembra essere quella corretta: sarà il tempo a stabilire se l’impennata del PIL sia un “aggiustamento stagionale” o un nuovo corso per lo Stato asiatico.
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