Emmanuel Macron
La Francia dirà presto addio alla settimana corta
2 Settembre 2014 09:06

ossoni di assestamento del nuovo governo francese si fanno sentire, e presto potrebbero influenzare anche la vita dei lavoratori. A rivoluzionare le riforme sul lavoro potrebbe infatti essere il nuovo ministro dell’economia francese Emmanuel Macron che, in un’intervista rilasciata al quotidiano francese Le Point prima di ricoprire l’attuale carica, si era detto favorevole alla reintroduzione della settimana lavorativa lunga.
Nella visione di Macron, sarebbe importante e necessario l’allentamento dei severi regolamenti governativi del paese, che impongono la settimana lavorativa breve, composta da 35 ore. Per questa ragione si è detto favorevole a supportare il libero voto dei dipendenti all’interno del proprio ambiente di lavoro per aumentare il numero di ore giornaliere. Attuando queste modifiche al sistema lavorativo francese, Macron sta cercando una via d’uscita dallo stato di immobilismo economico che il Paese sta sperimentando da anni, e che non accenna ad estinguersi, come dimostrano i dati dell’ultimo trimestre che mostrano una situazione con una crescita pari a zero e con livelli di disoccupazione in continuo rialzo.
Se Macron perseguisse tali propositi, dichiarati in tempi precedenti alla sua nomina a ministro, in realtà si andrebbe a ripristinare la situazione pre 2000. Fu infatti in quell’anno che il governo francese decise di adottare la settimana a orario ridotto per incentivare le società all’assunzione di nuovo personale. Tuttavia nel corso degli anni successivi, sono state emanate riforme per rendere più flessibile la regola e per alcuni settori sono state introdotte speciali eccezioni. Una iniziativa che potremmo dire sia stata portata avanti solo a metà ed in modo discontinuo.
L’intervento al quotidiano dell’ex banchiere di 36 anni si è concluso dichiarando che la Francia dovrebbe incoraggiare gli investimenti, ripristinare la competitività nazionale e fissare il deficit di bilancio.
Emmanuel Macron è entrato in carica settimana scorsa, prendendo il posto ricoperto in precedenza da Arnaud Montebourg, le cui manifeste contrarietà alle politiche economiche adottate, hanno portato alla caduta del governo francese, lasciando il compito al primo ministro Ministro Manuel Valls il compito di organizzare il nuovo esecutivo.
Nella visione di Macron, sarebbe importante e necessario l’allentamento dei severi regolamenti governativi del paese, che impongono la settimana lavorativa breve, composta da 35 ore. Per questa ragione si è detto favorevole a supportare il libero voto dei dipendenti all’interno del proprio ambiente di lavoro per aumentare il numero di ore giornaliere. Attuando queste modifiche al sistema lavorativo francese, Macron sta cercando una via d’uscita dallo stato di immobilismo economico che il Paese sta sperimentando da anni, e che non accenna ad estinguersi, come dimostrano i dati dell’ultimo trimestre che mostrano una situazione con una crescita pari a zero e con livelli di disoccupazione in continuo rialzo.
Se Macron perseguisse tali propositi, dichiarati in tempi precedenti alla sua nomina a ministro, in realtà si andrebbe a ripristinare la situazione pre 2000. Fu infatti in quell’anno che il governo francese decise di adottare la settimana a orario ridotto per incentivare le società all’assunzione di nuovo personale. Tuttavia nel corso degli anni successivi, sono state emanate riforme per rendere più flessibile la regola e per alcuni settori sono state introdotte speciali eccezioni. Una iniziativa che potremmo dire sia stata portata avanti solo a metà ed in modo discontinuo.
L’intervento al quotidiano dell’ex banchiere di 36 anni si è concluso dichiarando che la Francia dovrebbe incoraggiare gli investimenti, ripristinare la competitività nazionale e fissare il deficit di bilancio.
Emmanuel Macron è entrato in carica settimana scorsa, prendendo il posto ricoperto in precedenza da Arnaud Montebourg, le cui manifeste contrarietà alle politiche economiche adottate, hanno portato alla caduta del governo francese, lasciando il compito al primo ministro Ministro Manuel Valls il compito di organizzare il nuovo esecutivo.
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