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Cambio EUR/USD a 1,24 entro metà del 2015

31 Luglio 2014 12:35
financialounge -  dollaro euro Europa mercati emergenti volatilità
Proprio mentre l’euro ha registrato a 1,343 il punto più basso degli ultimi 8 mesi del fixing con il dollaro, i principali pilastri di sostegno all'euro hanno cominciato a sgretolarsi.
Ne sono convinti Ian Stannard, Evan Brown, CFA, e Sheena Shah, tre analisti di Morgan Stanley Research che hanno esaminato in dettaglio le ragioni della debolezza della moneta unica europea.

Secondo i tre esperti valutari, l’euro è esposto alla graduale disaffezione delle attività europee ritenute ora meno attraenti agli occhi degli stranieri sulla base del rischio-rendimento. Sono tre i tipi di flussi verso l'Europa che stanno rallentando, in base alle analisi dei tre specialisti:
1) gli acquisti privati di obbligazioni periferiche;
2) gli acquisti privati di azioni europee;
3) una minor esigenza di diversificazione delle riserve in euro.
Inoltre sta affiorando anche una potenziale maggiore copertura del rischio di cambio delle attività europee detenute nei portafogli degli investitori stranieri.

I tre analisti ricordano che consigliano posizioni short (ribassiste) sull’euro dallo scorso mese di maggio e ritengono che il fixing EUR/USD impostato al ribasso sia ora in procinto di guadagnare slancio in concomitanza del fatto che i flussi di investimento verso la zona euro stanno rallentando. Peraltro vedono le attività europee in un contesto di crescente volatilità che rappresenta un altro aspetto negativo per l’euro. Ribadiscono così la loro previsione sul cambio EUR/USD a 1,31 entro l’anno e a 1,24 entro la metà del 2015.

Uno scenario di questo tipo consentirebbe alle imprese italiane (e, più in generale, dell'intera zona euro) di aumentare la competitività sui mercati internazionali, in particolare negli USA e nei paesi emergenti, con ricadute positive sui propri conti economici e quindi sulle valutazioni delle aziende.

Gli investitori che intravedessero nelle previsioni dei tre esperti di Morgan Stanley Research spiragli di opportunità potrebbero prendere in considerazione, oltre a una maggiore esposizione alla borsa italiana e a quelle dell’area euro, anche una più ampia diversificazione di portafoglio in termini valutari per sfruttare il calo della moneta unica atteso nei prossimi 6-12 mesi.
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