Scambi con l’estero, l’Italia supera la Germania

A maggio il volume complessivo della bilancia commerciale dell’Italia ha fatto segnare un saldo positivo di 3,7 miliardi, 2,5 dei quali extra UE e i restanti 1,2 miliardi nell’area comunitaria.

Si tratta di valori superiori a quelli della Germania, da sempre considerata il motore del Vecchio Continente. I dati confermano che le nostre imprese, nonostante l’euro forte (soprattutto verso il dollaro USA), riescono a guadagnare quote di mercato o, perlomeno, a difendere le posizioni acquisite, in virtù dell’alta qualità dei prodotti e della manifattura.

Peccato che l’export pesi per meno di un quarto sul PIL del nostro paese. I restanti tre quarti sono invece legati al mercato domestico e ai consumi interni e quindi, finchè questi non risaliranno, sarà davvero difficile che la ricchezza complessiva italiana torni a crescere in modo strutturale.

Ne deriva che a breve termine continueranno ad andare bene (in termini di giro d’affari, margini e profitti) le imprese high export, il made in Italy di fascia alta (lusso, moda, industria meccanica e di precisione) mentre nel medio lungo termine le società legate al mercato domestico italiano potrebbero riservare le migliori soddisfazioni agli investitori tenendo conto anche del fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, le loro quotazioni sono ancora molto distanti dai massimi del 2007.