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Trading range ristretto per il prezzo dell’oro

18 Luglio 2014 14:05
financialounge -  cina Nevine Pollini oro politica monetaria quotazione
Nel breve termine le quotazioni dell’oro potrebbero avere un supporto rialzista qualora la crisi in Iraq sfociasse in qualcosa di ancora più grave mentre nei prossimi trimestri è attesa la ripresa delle domanda asiatica.

Sono questi i fattori di mercato, che possono influenzare l’andamento delle quotazioni del metallo giallo, segnalati da Nevine Pollini, Senior Analyst Commodities di Union Bancaire Privée (UBP) per il quale, in ogni caso, i prezzi dovrebbero comunque muoversi in un trading range ristretto come spiega poi nel dettaglio:

“Il metallo giallo sta traendo vantaggio dalla stabilizzazione dei deflussi dagli ETF sull’oro. Le quote sono rimaste stabili da inizio maggio, ma il settore ha recentemente visto un buon incremento delle attività negli ETF sull’oro. Per il momento, lo slancio dell’oro è forte e potrebbe prolungare il suo rally, soprattutto se la situazione irachena dovesse andare fuori controllo al punto che gli elevati prezzi del petrolio spingano l'inflazione, stroncando sul nascere la ripresa economica. Tuttavia, ci aspettiamo che il metallo prezioso continui a scambiare in un range ristretto, a causa della forza dell'economia statunitense, dell’incremento dei rendimenti di lungo termine e dell’exit strategy della Fed dalle politiche monetarie accomodanti”.

Le quotazioni dell’oro, dopo essere scese fino a quota 1.244,86 dollari l’oncia il 4 giugno, sono risalite per la prima volta da maggio oltre la soglia psicologica di 1.300 dollari. Il metallo giallo è infatti ritornato a essere un bene rifugio, per via delle nuove tensioni nel Vicino e nel Medio Oriente e dei continui disordini in Ucraina.

L’oro è stato anche supportato da diversi sviluppi sul fronte delle politiche monetarie: da una parte la Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato il tasso d’interesse e lanciato un massiccio programma di stimoli, dall’altra la Federal Reserve ha lasciato intendere che sarà improbabile un rialzo dei tassi fino al 2015.

Un altro fattore a supporto dell’oro è la preoccupazione degli investitori circa un’impennata dell’inflazione negli Stati Uniti, poiché l’ultimo dato sull’indice dei prezzi al consumo ha mostrato un forte aumento, pari al 2,10% su base annua, guidato da un deciso incremento dei costi degli immobili. Tuttavia, le aspettative inflazionistiche restano deboli; il deflatore PCE (utilizzato dalla Fed per monitorare proprio l’inflazione) è ancora al di sotto del target del 2% dell’Istituto centrale americano.

Quest’anno la debole domanda fisica ha pesato sull’oro: questa ha rallentato in Cina, il più grande consumatore al mondo, probabilmente per via del deprezzamento del renminbi; anche i dati rilasciati di recente da Hong Kong hanno mostrato che le esportazioni di oro in Cina sono calate considerevolmente. Inoltre, il Governo cinese ha appena scoperto una frode da circa 15 miliardi di dollari legata a prestiti garantiti da certificati falsi, emessi per transazioni di oro mai avvenute. Dopo il caso di frode sul rame nel porto di Qingdao, il Governo potrebbe prendere seri provvedimenti riguardo agli accordi di finanziamento, il che potrebbe far diminuire le importazioni di oro in Cina.

“Tuttavia, crediamo che probabilmente la domanda asiatica potrebbe riprendersi nel corso dell’anno. Il terzo trimestre, in genere, è un buon periodo per il prezzo dell’oro, poiché gli acquisti dell’India (in vista della stagione dei festival e dei matrimoni) di solito accrescono la domanda fisica: ciò quest’anno è particolarmente vero, dal momento che la Banca centrale del Paese ha leggermente allentato le restrizioni all’importazione. Si prevede, poi, che il nuovo Governo del Partito Popolare Indiano (Bharatiya Janata Party) ammorbidirà ulteriormente tali vincoli nella seconda metà del 2014.

Questi fattori, combinati con una rinnovata forza della rupia, potrebbero sicuramente stimolare la domanda di oro. Un altro driver che potrebbe spingere al rialzo i prezzi del metallo giallo è il recente annuncio da parte del Governo cinese circa i piani volti a consentire entro fine anno il commercio internazionale di lingotti d'oro per i detentori di conti offshore in renminbi, tramite la zona di libero scambio di Shanghai” sottolinea infine Nevine Pollini.
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