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Andrew Harmstone

Idee di investimento - Azioni - 30 giugno

30 Giugno 2014 09:56
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L’attuale contesto del mercato azionario europeo, non differente da quello visto negli ultimi quattro anni, consente allo stile d’investimento non direzionale azionario long / short, che combina opportunamente posizioni rialziste (long) con posizioni ribassiste (short), di individuare i titoli azionari destinati a registrare performance superiori alla media di mercato e a scartare o meglio, investire sul loro ribasso, quelli che, al contrario, sono destinati a stentare in Borsa.

È questa la tesi d’investimento spiegata da Gianmarco Mondani, CEO e Founding Partner di GAM Investment Management Lugano, gestore del fondo GAM Star (Lux) - European Alpha nell’articolo “L'approccio per selezionare i vincitori dei listini europei”.

Borse del Vecchio Continente che sono tra le preferite di Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock che ha avuto modo di spiegare le proprie scelte d’investimento all’intero dell’articolo “Azioni, Europa e Giappone meglio di Wall Street”: “Le occasioni sui mercati finanziari sono sempre più scarse ma le azioni sembrano comunque relativamente meno care dei bond. Inoltre, dal momento che la volatilità ai minimi di Wall Street mette la Borsa USA nelle condizioni di risultare più vulnerabile nel caso di cattive notizie o di shock esogeni, meglio puntare su listini azionari meno cari come quelli del Vecchio Continente e quello giapponese".

Anche la Pictet Asset Management Stratetic Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, continua a privilegiare la piazza azionaria giapponese ritenendola, insieme a quelle dei paesi emergenti da favorire rispetto a quelle statunitensi ed europee.
La PSU, nell’articolo “Preferiti mercati emergenti, Giappone e settori ciclici” spiega che, nell’ambito delle piazze azionarie emergenti, la preferenza va sempre ai titoli value, più convenienti di quelli growth; di qui il sovrappeso di energia, materiali e finanza.
Il listino giapponese è, sempre a giudizio della PSU, il più economico, in quanto dovrebbe beneficiare ulteriormente della debolezza dello yen e di nuove misure di stimolo monetario della BoJ (Bank of Japan) nel terzo trimestre di quest’anno. Il mercato azionario giapponese, inoltre, tende a sovraperformare le altre piazze avanzate nei momenti di ripresa economica globale. Un ulteriore elemento di sostegno potrebbe essere un eventuale ritorno degli investitori locali retail e istituzionali, i cui portafogli sono attualmente sovraesposti al segmento fixed income e ad altri asset sicuri.

Proprio questo tanto atteso switch di posizioni di portafoglio degli investitori giapponesi è considerato fondamentale da Andrew Harmstone, Managing Director Portfolio Manager Global Balanced Risk Controlled (GBaR) Strategy di Morgan Stanley Investment Management per decretare il successo della cosiddetta terza freccia del primo ministro nipponico Shinzo Abe. Nell’articolo “Ecco il primo bilancio delle tre “frecce” di Abe” Andrew Harmstone afferma infatti:

“La terza freccia, quella delle riforme strutturali, potrebbe affermarsi se riuscirà a spostare una percentuale anche modesta dei risparmi domestici giapponesi sui mercati azionari e a riaccendere l’interesse degli investitori globali nei confronti delle azioni nipponiche. Considerando, oltretutto, che le attuali valutazioni dell’equity del Sol Levante, pari a circa 13 volte gli utili stimati, sono convenienti e potrebbero avere ampi spazi di rialzo”.
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