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Azioni, Europa e Giappone meglio di Wall Street

25 Giugno 2014 14:30
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Le occasioni sui mercati finanziari sono sempre più scarse ma le azioni sembrano comunque relativamente meno care dei bond.

Inoltre, dal momento che la volatilità ai minimi di Wall Street mette la Borsa USA nelle condizioni di risultare più vulnerabile nel caso di cattive notizie o di shock esogeni, meglio puntare su listini azionari meno cari come quello giapponese e quelli del Vecchio Continente.
Si possono riassumere così le conclusioni a cui giunge Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock nel commento settimanale ai mercati del 23 giugno.

“Per ora, la Federal Reserve che resta ancora accomodante (in tema di politiche monetarie) e i robusti volumi delle fusione e acquisizioni (M&A) sembrano aver messo in secondo piano la situazione in Iraq, per quanto gli investitori restino comunque attenti alle evoluzioni in quel paese. Ma questo proietta le azioni degli Stati Uniti a livelli ancora più costosi, rafforzando la nostra opinione che gli investitori dovrebbero concentrare le proprie nuove allocazioni di portafoglio sui mercati internazionali le cui valutazioni sembrano più attraenti” sottolinea Russ Koesterich.

La scorsa settimana, gli investitori hanno preferito ignorare le violenze in Iraq: per il momento, i combattimenti non sembrano mettere in pericolo i principali campi petroliferi nel sud dell'Iraq che assicurano al paese l’esportazione di 2,5 milioni di barili al giorno.
Sebbene la situazione in Iraq potrebbe facilmente peggiorare, per ora, l’equity continua a beneficiare di due tendenze.

In primo luogo, vi è stato un flusso costante di fusioni e acquisizioni.
Ad esempio, la settimana scorsa Medtronic Inc., il secondo più grande produttore di dispositivi medici, ha accettato di acquistare Covidien PLC per 42,9 miliardi dollari. Una ondata di M&A come quella che si stanno vedendo ora migliora il sentiment degli investitori per il mercato azionario in generale e può aumentare le aspettative di valutazioni più sostenute per le altre società.

In secondo luogo, gli investitori sono stati anche incoraggiati dalle ultime azioni della FED. La banca centrale americana, la scorsa settimana ha confermato che non intende adottare alcun cambiamento significativo nella politica monetaria ed ha chiarito di non essere particolarmente preoccupata dal recente rialzo dell'inflazione che rimane ben al di sotto del proprio obiettivo del 2%, in base alla misura preferita dalla banca centrale: le spese per consumi personali.

Detto questo, occorre segnalare che nelle dichiarazioni della FED è trapelata anche una possibile riduzione anticipata della disoccupazione.
Ciò fa aumentare la possibilità che il rialzo dei tassi di interesse possa partire un po’ prima del previsto e i successivi aumenti potrebbero procedere a un ritmo leggermente più veloce del previsto: se questo dovesse accadere, avrebbe implicazioni negative sia per le obbligazioni e sia, probabilmente, anche per le azioni.

“In questo contesto, continuiamo a credere che, sebbene le occasioni siano poche e disperse nel mercato, le opportunità possono ancora essere trovate. In ambito obbligazionario, favoriamo i bond municipali a lunga scadenza negli Stati Uniti e il settore dei titoli garantiti da ipoteca, mentre continuiamo ad evitare i titoli con scadenza 2-5 anni del Tesoro USA” fa presente Russ Koesterich che, passando alle azioni, sottolinea come sia importante notare che il rally abbia spinto sia le valutazioni che la volatilità agli estremi.
Sulla base del rapporto price-to-book (cioè prezzo su patrimonio netto), i titoli azionari statunitensi sono ora scambiati al loro livello più costoso dalla fine del 2007, mentre la volatilità, misurata con l'indice VIX, è al suo livello più basso dall'inizio del 2007.

“Resta vero che le azioni rispetto alle obbligazioni, appaiono ancora l'asset class più attraente. Tuttavia gli investitori devono essere consapevoli che le azioni degli Stati Uniti sono ora valutate correttamente e in un contesto di bassa volatilità: l’equity Usa è quindi vulnerabile se, o quando, arriverà una cattiva notizia” puntualizza Russ Koesterich per il quale al di fuori degli Stati Uniti, invece, le azioni risultano più attraenti.

“Le valutazioni azionarie giapponesi, per esempio, sono attualmente tra le più compresse del mondo sviluppato nonostante i recenti rialzi. Allo stesso tempo, le recenti mosse favorevoli al mercato adottate da parte della Banca Centrale europea potrebbero sostenere i titoli europei nei prossimi mesi” argomenta Russ Koesterich che poi conclude: “In breve, negli Stati Uniti, le azioni sono vulnerabili ad uno shock esogeno, come il deterioramento della situazione in Iraq, ma altrove ci sono occasioni interessanti da cogliere. Per coloro che cercano nuovi investimenti, potremmo considerare alternative più economiche al di fuori degli Stati Uniti, tra cui Giappone, Europa, nonché alcuni mercati emergenti”.
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