investimenti
La diversità tra investire e parcheggiare la liquidità
30 Maggio 2014 14:05

gior parte degli investitori, per non dire la totalità, vorrebbe trovarsi investito al 100% in Borsa quando gli indici azionari volano e con soli titoli monetari e liquidità quando i mercati crollano.
È il paragone, in campo finanziario, al detto popolare “la botte piena e la moglie ubriaca”. È intuitivo comprendere che è praticamente impossibile.
Il problema è che, invece di assumere decisioni consapevoli e adeguate al proprio profilo di rischio, spesso il risparmiatore è eccessivamente prudente e preferisce il parcheggio della liquidità in un deposito bancario.
Ma il parcheggio della liquidità dovrebbe rappresentare un’opzione temporanea in attesa di impieghi in attività per il medio lungo periodo: questi ultimi sono gli investimenti.
La differenza tra investimenti e strumenti di liquidità, emerge in modo significativo negli ultimi tre anni.
Osserviamo gli indici dei fondi comuni azionari, obbligazionari e monetari.
Dal 31 maggio 2011 al 26 maggio scorso, l’indice dei fondi azionari segna un +15,13%, quello degli obbligazionari un +12,85% e quello dei monetari un misero +3,45%. Stessa dinamica negli ultimi 12 mesi: +9,32% per i fondi azionari, +3, 53% per gli obbligazionari e soltanto +0,37% per i monetari.
Eppure non si può certo dire che non siano mancati momenti in cui i possessori di fondi monetari non abbiamo avuto soddisfazioni: per esempio, tra il giugno e il novembre 2011, mentre i possessori di fondi azionari accusavano perdite del 13,7% e i sottoscrittori di fondi obbligazionari perdevano il 3,7%, loro potevano vantare una sostanziale tenuta del capitale. Oppure nel mese di giugno dello scorso anno, quando a fronte del brusco rialzo dei tassi di interesse, i fondi azionari persero il 5,2% del loro valore e gli obbligazionari l’1,4% mentre i monetari guadagnarono lo 0,1%. Ma si è trattato in tutti i casi di soddisfazioni effimere che dovrebbero far riflettere i risparmiatori.
È giusto dedicare una quota del proprio capitale alla liquidità ma è indispensabile che la parte restante sia investita in modo da cogliere le opportunità dei mercati in ottica di medio lungo termine.
È il paragone, in campo finanziario, al detto popolare “la botte piena e la moglie ubriaca”. È intuitivo comprendere che è praticamente impossibile.
Il problema è che, invece di assumere decisioni consapevoli e adeguate al proprio profilo di rischio, spesso il risparmiatore è eccessivamente prudente e preferisce il parcheggio della liquidità in un deposito bancario.
Ma il parcheggio della liquidità dovrebbe rappresentare un’opzione temporanea in attesa di impieghi in attività per il medio lungo periodo: questi ultimi sono gli investimenti.
La differenza tra investimenti e strumenti di liquidità, emerge in modo significativo negli ultimi tre anni.
Osserviamo gli indici dei fondi comuni azionari, obbligazionari e monetari.
Dal 31 maggio 2011 al 26 maggio scorso, l’indice dei fondi azionari segna un +15,13%, quello degli obbligazionari un +12,85% e quello dei monetari un misero +3,45%. Stessa dinamica negli ultimi 12 mesi: +9,32% per i fondi azionari, +3, 53% per gli obbligazionari e soltanto +0,37% per i monetari.
Eppure non si può certo dire che non siano mancati momenti in cui i possessori di fondi monetari non abbiamo avuto soddisfazioni: per esempio, tra il giugno e il novembre 2011, mentre i possessori di fondi azionari accusavano perdite del 13,7% e i sottoscrittori di fondi obbligazionari perdevano il 3,7%, loro potevano vantare una sostanziale tenuta del capitale. Oppure nel mese di giugno dello scorso anno, quando a fronte del brusco rialzo dei tassi di interesse, i fondi azionari persero il 5,2% del loro valore e gli obbligazionari l’1,4% mentre i monetari guadagnarono lo 0,1%. Ma si è trattato in tutti i casi di soddisfazioni effimere che dovrebbero far riflettere i risparmiatori.
È giusto dedicare una quota del proprio capitale alla liquidità ma è indispensabile che la parte restante sia investita in modo da cogliere le opportunità dei mercati in ottica di medio lungo termine.
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