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Più esposizione agli emergenti, al Giappone e all’hi tech

14 Maggio 2014 14:00
financialounge -  borsa cina Europa giappone mercati emergenti mercato del credito
La ripartizione regionale in tema azionario resta invariata: sovrappeso sul Giappone e sui mercati emergenti, e cautela nei confronti dell’Europa. È la prima raccomandazione che emerge dalla lettura del Barometer di maggio 2014 a cura della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU) che spiega:

“L’azionario nipponico presenta valutazioni decisamente allettanti e le autorità sono impegnate nella lotta alla deflazione. Lo sconto del 10% rispetto agli altri listini mondiali è il più alto mai registrato e la debolezza dello yen dovrebbe continuare a sostenere gli utili societari. A ciò si aggiunge il fatto che gli investitori esteri cominciano a tornare su questo mercato dopo i consistenti tagli operati in marzo. L’accelerazione della crescita globale dovrebbe favorire anche la ripresa delle esportazioni delle economie in via di sviluppo, che a loro volta spingerebbero al rialzo l’azionario emergente”.

Nonostante la prudenza degli investitori, i flussi di capitale in quest’ultima asset class sono recentemente tornati in territorio positivo. Inoltre, le valutazioni appaiono estremamente convenienti in base ad un rapporto prezzo/utili (p/e) di 10.3 volte con i profitti prospettici a 12 mesi e margini di profitto aziendale già ai minimi storici. Gli investitori, per la Pictet Asset Management Strategy Unit, sembrano inoltre eccessivamente pessimisti sul futuro dell’economia cinese. Consapevoli del rischio di escalation della crisi ucraina, la PSU ha nuovamente ridotto l’esposizione alle azioni russe ravvisando, tuttavia, molteplici opportunità in mercati con buone prospettive di crescita come quello filippino.

“Confermiamo l’assetto neutrale sulle azioni degli Stati Uniti, dove il miglioramento della situazione economica e degli utili aziendali è compensato da valutazioni elevate (le azioni appaiono particolarmente care in base a parametri di lungo termine corretti per il ciclo economico come il p/e di Shiller). Le posizioni di forte sovrappeso del mercato USA ne limitano il potenziale di apprezzamento. Detto ciò, l’asset class genererà probabilmente una sovraperformance in dollari Usa in caso di aumento dei rischi geopolitici” sottolineano alla Pictet Asset Management Strategy Unit.

In base ai flussi di capitale, le borse europee restano le più ricercate dagli operatori internazionali ma la PSU preferisce essere più prudente, almeno nel breve periodo. Resta debole il canale del credito, mentre la forza dell’euro pesa sulle prospettive della regione e il rischio deflazione non è ancora scongiurato. Inoltre, la BCE non sembra propensa a concedere nuovi stimoli monetari prima dell’estate. Rispetto ai listini globali, le azioni europee scambiano ai livelli più alti dal 2003 in termini di rapporto prezzo/utili.

“La nostra allocazione settoriale prevede tuttora il sovrappeso (ormai di lunga data) delle aree più esposte al ciclo economico. Data la scarsa volatilità dei mercati, la ricerca di valore è destinata a proseguire. Deteniamo posizioni lunghe su energia, materiali e industria” puntualizza la Pictet Asset Management Strategy Unit che poi aggiunge:

“L’esposizione alla tecnologia è stata ampliata sino al sovrappeso dopo la recente flessione, nella convinzione che le prospettive di crescita del settore siano intatte. Ci teniamo a sottolineare che la sottoperformance di quest’area è in gran parte ascrivibile al crollo di pochi titoli del segmento internet; infatti le grandi società tecnologiche hanno ottenuto una crescita robusta e trattano a multipli interessanti. Sovrappesiamo anche il settore finanziario. Abbiamo per contro tagliato l’esposizione alle utility, sinora il settore migliore dell’anno, in quanto un eventuale aumento dei rendimenti obbligazionari rischia di ridurre l’attrattiva del dividend yield offerto da questi titoli. Altre aree difensive che potrebbero risentire di un’accelerazione economica sono sanità e telecomunicazioni. In ambito ciclico, confermiamo per il momento il sottopeso sui beni voluttuari”.
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