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Angola

Angola: la sorpresa del futuro

14 Maggio 2014 09:10
financialounge -  Angola cina crescita economica infrastrutture materie prime petrolio PIL
Il 2002 è stato un anno importante per l’Angola.
Innanzitutto perché è stato l’anno che ha segnato la fine della guerra civile nel paese quando i ribelli deposero le armi dopo la garanzia di un'amnistia generale e dell'integrazione nelle forze armate ufficiali.
Da allora, la quinta economia più grande dell’Africa e la quarta per crescita economica non ha smesso di correre.

Dal 2002 al 2008, il PIL del paese è cresciuto ad un tasso medio del 15% mentre negli ultimi tre anni è oscillato tra l’8% e il 9% mentre per quest’anno le stime indicano un +6,7%.
Tuttavia i 27 anni di guerra civile rendono tuttora molto difficoltoso il percorso di sviluppo del paese che, a parte la modernissima e scintillante capitale Luanda, necessita di importanti infrastrutture.
L’Angola, dalla sua parte, vanta però ingenti risorse naturali (in primis il petrolio, ma anche giacimenti di alluminio, cromo, ferro, fosfati, manganese, oro, piombo, platino, rame), notevoli disponibilità liquide da impiegare, ed è ricca di acqua e terre fertili.

Un paese che fa gola a tutte le imprese internazionali che, tuttavia, devono fare i conti con i cinesi.
Pechino, infatti, importa il 38% delle esportazioni dell’Angola ed è il secondo fornitore, dopo il Portogallo. Le aziende italiane, stanno registrando tassi di crescita delle esportazioni molto interessanti soprattutto nei settori delle infrastrutture, dei macchinari agricoli, dei mobili, dell’agricoltura e dell’agri-business.
Un altro settore italiano ritenuto in grado di trarre vantaggi a medio lungo termine nel paese africano è poi quello della produzione, trattamento e smaltimento dei rifiuti che già oggi registra a Luanda una domanda in forte crescita.
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