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Il piano strategico di crescita del Kenya

6 Maggio 2014 09:10
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Come molti paesi africani, anche il Kenya mostra due facce molto differenti tra loro: una dinamica e con ottime prospettive di crescita a medio lungo termine e l’altra ancorata a situazioni molto critiche al limite della sopravvivenza. La piaga più grave del paese resta infatti la povertà: circa la metà degli abitanti vive sotto la linea di assoluta povertà, ovvero con meno di 1,25 dollari al giorno. Eppure il Kenya ha delle potenzialità davvero notevoli.

Il suo PIL nel 2013 si è attestato a +5,8% e quello per quest’anno è previsto al +6%. Il tasso demografico viaggia su ritmi superiori ai due punti e mezzo percentuali all’anno e la stabilità politica, benché ancora non del tutto garantita, sembra avviata in un percorso di relativa sicurezza dopo l’elezione del presidente Uhuru Keniatta. Il problema è che l’economia del paese è tuttora troppo dipendente dall’agricoltura mentre le infrastrutture sono scarse e fatiscenti.

Anche per questo il governo di Nairobi ha individuato nove priorità d’azione per il paese mettendo al primo posto il rafforzamento della rete viaria: dalle strade alle ferrovie, dai porti agli aeroporti. Basti pensare che il budget statale per questo settore per il 2014/2015 è l’equivalente di 2,4 miliardi di euro e include molte opere di rilevanza strategica per il Kenya.

Con opportunità anche per le imprese del nostro paese le cui attività, negli ultimi anni, si sono moltiplicate soprattutto nei settori dei macchinari, dell’alimentare, dell’abbigliamento e dell’arredo ma che ora vedono in quello delle infrastrutture un nuovo capitolo per un salto dimensionale dell’export visto che nei primi 10 mesi del 2013 le esportazioni complessive italiane verso il Kenya non hanno superato i 147 milioni di euro.
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