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Il fisco indiano mette al bando il tax planning

18 Aprile 2014 09:10
financialounge -  AT&T General Electric IBM india nokia shell tasse vodafone
Nonostante il paese si confermi la quarta destinazione al mondo per gli investimenti esteri preceduto soltanto da Stati Uniti, Cina e Regno Unito, il fisco dell’India ha messo nel mirino le multinazionali.
L’ultima mossa è stata quella del Parlamento che ha modificato le norme in tema di disciplina fiscale consentendo al Governo di New Delhi di tassare qualsiasi acquisizione di società indiane dal 1962 in poi.
Con questa decisione dagli impatti retroattivi il tax planning anche delle più attrezzate multinazionali perde efficacia: oltretutto alla luce di un sistema giuridico – fiscale nel quale giudici e funzionari mantengono la più ampia possibilità di manovra nell’interpretazione delle norme.
In questo modo il lungo elenco di multinazionali con pendenze fiscali in India (tra le quali, solo per citarne alcune con gli importi più salati da pagare, AT&T, Cairn Energy, General Electric, Infosys, Ibm, Nokia, Shell, Vodafone) rischia di infoltirsi ulteriormente mettendo però a rischio la reputazione del colosso asiatico di destinazione favorita per gli investimenti internazionali.

Per gli esperti di Ernst & Young, l’India figura infatti al quarto posto (dietro gli Usa, la Cina e il Regno Unito) nella graduatoria dei paesi dove sono diretti gli investimenti esteri. Nell’ultimo anno sono stati 744 i progetti in India finanziati da multinazionali estere per un importo di 30,9 miliardi di euro e 152 mila occupati: negli ultimi sei anni il totale dei capitali investiti da società estere in India è ammontato a 326 miliardi di dollari (circa 237 miliardi di euro).
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