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PIL

Prove di rilancio a Budapest

1 Aprile 2014 09:10
financialounge -  PIL settore energetico ungheria Viktor Orban
Dopo un 2012 da dimenticare (-1,7%) e un 2013 appena sufficiente (+0,5%), il pil dell’Ungheria dovrebbe tornare a crescere a ritmi sostenuti da quest’anno (+2,0%, la stima).
Tutti i riflettori sono puntati al prossimo 6 aprile, data delle elezioni politiche ungheresi, dove, secondo tutti i principali sondaggio, dovrebbe prevalere Viktor Orban.
L’attuale premier è stato caratterizzato da politiche non propriamente filo europeiste che lo hanno portato invece a sposare temi populisti e autarchici con pesanti attacchi alla Ue, al Fondo monetario e alle banche estere.

Cavallo di battaglia dell’azione del suo governo, la riduzione delle tariffe energetiche: dopo il taglio secco del 20% già consumato nel 2013, per quest’anno l’esecutivo di Budapest ha stabilito un ulteriore calo del prezzo del gas (-6,5%), del gas da riscaldamento (-3,3%) e quello dell’elettricità (-5,7%). L’obiettivo dichiarato è la lotta alle multinazionali dell’energia che sono state esplicitamente esortate a lasciare il paese qualora queste politiche governative non fossero di loro gradimento.
Orban può farsi forte dell’imminente costruzione di due nuovi reattori nella centrale nucleare di Paks che richiederà un investimento di 10 miliardi di dollari, per l’80% finanziato da Mosca.
L’Ungheria, resta in ogni caso uno dei paesi dl’Est Europa che attrae i maggiori investimenti esteri. Ma qualcosa comincia a frenare: se nel 2012 gli investimenti diretti nell’economia di Budapest avevano toccato il record assoluto di 13,5 miliardi di dollari, pari al 10% del pil del paese, nel primo semestre del 2013 i flussi si sono drasticamente ridotti. E ora, complice anche la crisi tra Russia e Ucraina, potrebbero restare ulteriormente congelati.
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