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Più semplice entrare ad Harvard che lavorare da WalMart

1 Aprile 2014 09:50
financialounge -  occupazione settore tecnologico USA WalMart
Al momento a poco e nulla è servito l’invito di fine gennaio da parte di Barack Obama ad assumere più personale. Un invito che si è trasformato in un patto tra il Presidente americano e le grandi imprese a stelle e strisce, da Apple e Ford, da Wal Mart a Visa, passando per Boeing e Xerox per combattere la piaga economica del secolo: la disoccupazione. Nonostante il tasso di disoccupazione americano viaggi intorno al 6/7% l’assenza di lavoro rimane una delle gravi lacune che l’amministrazione americana non è riuscita ancora a colmare.

In questa direzione infatti si sarebbe dovuta avviare la riforma del lavoro: un patto siglato con ben 300 imprese ed alcune tra le 50 più importanti aziende del paese. Il condizionale però è d’obbligo perchè non sembra che i risultati siano quelli sperati. Basti osservare infatti le candidature arrivate per la nuova sede di WalMart a Washington DC: degli oltre 23.000 curriculum vitae per 600 posti disponibili, ne sono stati accettati appena il 2,3%. Una percentuale bassa, soprattutto se rapportata al grado di accettazione da parte di uno dei più prestigiosi atenei universitari degli Stati Uniti, Harvard, che accoglie mediamente l’8,9% delle richieste di ammissione.

Ma WalMart è solo uno dei tanti casi. La situazione si complica guardando il settore delle tecnologie, uno dei più ambiti fra i giovani neo laureati. Il colosso di Google, dove in molti vorrebbero andare a lavorare per via del prestigio e dell’ambiente di lavoro, accetta solamente lo 0,5% dei richiedenti. Insomma, lavorare nel colosso dell'high tech risulta praticamente impossibile.
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