cina
I mercati emergenti restano la prima scelta
27 Marzo 2014 14:15
zioni azionarie a forte sconto e importante aumento della competitività internazionale delle merci e dei servizi grazie alla svalutazione delle monete nazionali: sono questi i principali punti di forza dell’emerging markets equity per la Pictet Asset Management Strategy Unit.
“La nostra allocazione geografica rimane invariata e continua a dare preferenza alle piazze azionarie nipponiche ed emergenti rispetto a quelle USA (sottopeso) ed europee (posizione neutrale). L’azionario emergente presenta ancora un profilo di rischio/rendimento favorevole. Rispetto alle piazze degli Stati industrializzati, quelle dei Paesi in via di sviluppo scambiano con uno sconto eccessivo (28% circa su base P/E), soprattutto a fronte dell’inversione di tendenza dei margini di profitto aziendali nelle aree emergenti. Un’eventuale accelerazione della crescita mondiale dovrebbe favorire soprattutto gli esportatori dei mercati emergenti, ancora più competitivi alla luce della recente svalutazione delle divise di queste regioni” tengono a sottolineare gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit.
Allo stesso tempo, i fattori tecnici dovrebbero essere di supporto. Il volume di disinvestimenti dall’asset class degli ultimi mesi indica che il mercato sta diventando eccessivamente ribassista e che esistono maggiori probabilità di un rimbalzo.
“I flussi in uscita sono rallentati nelle ultime settimane. Nel nostro scenario relativo ai mercati emergenti, la Cina rappresenta ancora un mercato a rischio in quanto il netto calo del renminbi ha cominciato a creare nervosismo tra gli investitori” puntualizza la Pictet Asset Management Strategy Unit.
Tuttavia, tale deprezzamento può essere visto in chiave sia positiva sia negativa.
In ottica positiva, la svalutazione è stata voluta dalla Banca popolare cinese per invertire i flussi, potenzialmente deleteri, provenienti dagli speculatori, che negli ultimi mesi hanno puntato sull’apprezzamento della moneta. In ottica negativa, le autorità cinesi vorrebbero incrementare la competitività degli esportatori per controbilanciare l’effetto negativo di un’ulteriore stretta sull’aumento del credito interno.
“A conti fatti, riteniamo che l’economia cinese mostrerà una buona tenuta e siamo incoraggiati dai recenti dati sull’aumento dell’export e sulla continua disponibilità di finanziamenti ai privati. Un’altra potenziale fonte di rischio è rappresentata dall’Ucraina, vulnerabile a ulteriori tensioni geopolitiche. Terremo sotto osservazione gli sviluppi nella regione” dichiara la Pictet Asset Management Strategy Unit che sovrappesa ancora il Giappone, dove si prevedono una serie di eventi positivi.
In controtendenza rispetto al resto del mondo, le società nipponiche stanno alzando le stime di utile (i risultati pubblicati di recente hanno battuto le attese del mercato in media del 13% circa). Le imprese del Sol levante hanno iniziato a investire parte dell’abbondante liquidità, pari al 30% circa del PIL nazionale. I segnali sono incoraggianti anche in termini macroeconomici, in quanto il Paese continua a risollevarsi dalla delazione.
“In futuro ci aspettiamo ulteriori stimoli monetari e riforme economiche. Le borse di USA ed Europa sono a nostro avviso ancora onerose, specie visti gli scarsi utili societari. Gli utili delle aziende statunitensi sono in apparenza solidi, ma il taglio delle stime per il 2014 e i piani di investimento deludenti riflettono una situazione problematica. Va sicuramente peggio in Europa, forse perché le prospettive della regione dipendono maggiormente dai mercati emergenti, dove la crescita ha rallentato. In caso di utili ancora scoraggianti in Europa, potremmo ridurre ulteriormente l’esposizione.
La nostra allocazione settoriale è rimasta immutata. Abbiamo una leggera preferenza per i settori ciclici, che si esprime nel sovrappeso di energia, materiali e industria. Tale esposizione riflette la nostra visione sulla prossima fase del ciclo economico, improntata a una ripresa degli investimenti che dovrebbe dare una spinta alle attività ad alta intensità di capitale. Le telecomunicazioni rappresentano tuttora la nostra principale sottoponderazione, in quanto le qualità difensive, le prospettive di bassa crescita e le valutazioni elevate riducono l’attrattiva del settore” sono le conclusioni cui giunge la Pictet Asset Management Strategy Unit.
“La nostra allocazione geografica rimane invariata e continua a dare preferenza alle piazze azionarie nipponiche ed emergenti rispetto a quelle USA (sottopeso) ed europee (posizione neutrale). L’azionario emergente presenta ancora un profilo di rischio/rendimento favorevole. Rispetto alle piazze degli Stati industrializzati, quelle dei Paesi in via di sviluppo scambiano con uno sconto eccessivo (28% circa su base P/E), soprattutto a fronte dell’inversione di tendenza dei margini di profitto aziendali nelle aree emergenti. Un’eventuale accelerazione della crescita mondiale dovrebbe favorire soprattutto gli esportatori dei mercati emergenti, ancora più competitivi alla luce della recente svalutazione delle divise di queste regioni” tengono a sottolineare gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit.
Allo stesso tempo, i fattori tecnici dovrebbero essere di supporto. Il volume di disinvestimenti dall’asset class degli ultimi mesi indica che il mercato sta diventando eccessivamente ribassista e che esistono maggiori probabilità di un rimbalzo.
“I flussi in uscita sono rallentati nelle ultime settimane. Nel nostro scenario relativo ai mercati emergenti, la Cina rappresenta ancora un mercato a rischio in quanto il netto calo del renminbi ha cominciato a creare nervosismo tra gli investitori” puntualizza la Pictet Asset Management Strategy Unit.
Tuttavia, tale deprezzamento può essere visto in chiave sia positiva sia negativa.
In ottica positiva, la svalutazione è stata voluta dalla Banca popolare cinese per invertire i flussi, potenzialmente deleteri, provenienti dagli speculatori, che negli ultimi mesi hanno puntato sull’apprezzamento della moneta. In ottica negativa, le autorità cinesi vorrebbero incrementare la competitività degli esportatori per controbilanciare l’effetto negativo di un’ulteriore stretta sull’aumento del credito interno.
“A conti fatti, riteniamo che l’economia cinese mostrerà una buona tenuta e siamo incoraggiati dai recenti dati sull’aumento dell’export e sulla continua disponibilità di finanziamenti ai privati. Un’altra potenziale fonte di rischio è rappresentata dall’Ucraina, vulnerabile a ulteriori tensioni geopolitiche. Terremo sotto osservazione gli sviluppi nella regione” dichiara la Pictet Asset Management Strategy Unit che sovrappesa ancora il Giappone, dove si prevedono una serie di eventi positivi.
In controtendenza rispetto al resto del mondo, le società nipponiche stanno alzando le stime di utile (i risultati pubblicati di recente hanno battuto le attese del mercato in media del 13% circa). Le imprese del Sol levante hanno iniziato a investire parte dell’abbondante liquidità, pari al 30% circa del PIL nazionale. I segnali sono incoraggianti anche in termini macroeconomici, in quanto il Paese continua a risollevarsi dalla delazione.
“In futuro ci aspettiamo ulteriori stimoli monetari e riforme economiche. Le borse di USA ed Europa sono a nostro avviso ancora onerose, specie visti gli scarsi utili societari. Gli utili delle aziende statunitensi sono in apparenza solidi, ma il taglio delle stime per il 2014 e i piani di investimento deludenti riflettono una situazione problematica. Va sicuramente peggio in Europa, forse perché le prospettive della regione dipendono maggiormente dai mercati emergenti, dove la crescita ha rallentato. In caso di utili ancora scoraggianti in Europa, potremmo ridurre ulteriormente l’esposizione.
La nostra allocazione settoriale è rimasta immutata. Abbiamo una leggera preferenza per i settori ciclici, che si esprime nel sovrappeso di energia, materiali e industria. Tale esposizione riflette la nostra visione sulla prossima fase del ciclo economico, improntata a una ripresa degli investimenti che dovrebbe dare una spinta alle attività ad alta intensità di capitale. Le telecomunicazioni rappresentano tuttora la nostra principale sottoponderazione, in quanto le qualità difensive, le prospettive di bassa crescita e le valutazioni elevate riducono l’attrattiva del settore” sono le conclusioni cui giunge la Pictet Asset Management Strategy Unit.