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Risparmio in Italia: prevale il breve termine

19 Marzo 2014 10:11
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Gli italiani che si rivolgono a consulenti finanziari professionisti, pari a poco meno di un quarto degli investitori, si sentono molto più ottimisti, fiduciosi e sicuri di avere il controllo delle proprie finanze rispetto a quanti non si avvalgono della consulenza professionale. Inoltre, oltre il 90% di coloro che si rivolgono a un consulente finanziario è molto soddisfatto del servizio ricevuto, e l’89% ritiene che il costo sostenuto sia ampiamente giustificato. Sono alcuni degli aspetti che emergono dalla lettura dei dati del sondaggio Global Investor Pulse di BlackRock.

Un’indagine che permette di mettere meglio a fuoco l’approccio attuale degli italiani a cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria globale, che ha duramente colpito l’Italia. Se da un lato il futuro finanziario desta ancora preoccupazione, dall’altro gli italiani si stanno attivando per migliorarlo: il 46% afferma infatti di rivedere e controllare regolarmente i propri risparmi e investimenti. Il problema però è che in Italia continua a prevalere un atteggiamento all'investimento orientato al breve termine, e solo il 34% dichiara di risparmiare in un ottica di lungo periodo.

“La ricerca indica chiaramente che gli investitori italiani sono eccessivamente focalizzati sulle esigenze di breve termine, un atteggiamento che può incidere sulla loro capacità di preservare e accrescere il patrimonio nel lungo periodo. A causa del contesto macroeconomico incerto, gli italiani sono diventati estremamente prudenti e avversi al rischio. Un’ampia percentuale detiene liquidità e obbligazioni a basso rendimento, mentre il 55% dichiara di non fare investimenti” afferma Bruno Rovelli, Head of Investment advisory BlackRock Italia.

L’avversione al rischio degli italiani rimane molto elevata: il 58% degli intervistati non è disposto a correre alcun rischio con il proprio denaro, rispetto alla media europea del 53%. Circa la metà (41%) intende mantenere invariata la propria allocazione in liquidità nei prossimi 12 mesi, mentre solo il 23% pensa di ridurla, e il 25% intende incrementarla. Il 58% degli italiani ritiene importante ottenere un reddito dai propri investimenti, anche se solo il 27% afferma di conoscere i migliori investimenti che generano reddito disponibili oggi e circa la metà (43%) ritiene che attualmente gli investimenti orientati al reddito siano più rischiosi rispetto a cinque anni fa.

Le obbligazioni si confermano l’investimento preferito: il 52% degli investitori italiani ha in portafoglio titoli di Stato e il 34% detiene fondi obbligazionari indicizzati. Tuttavia, alla domanda sulla possibilità di ottenere gli stessi rendimenti dalle obbligazioni in futuro, il 40% degli italiani ha fornito una risposta negativa, mentre il 26% ha risposto in modo affermativo. Emerge quindi l’esigenza di aiutare le persone a definire correttamente le proprie aspettative circa gli investimenti obbligazionari, illustrando la necessità di prendere in considerazione strategie più dinamiche e flessibili.

Un numero sempre più crescente di italiani è prossimo a un pensionamento che si preannuncia più lungo e attivo che in passato: gli italiani ambiscono ad una rendita pensionistica di 33.000 euro annue, ottenibile solo risparmiando la somma approssimativa di 595.400 euro. È inoltre significativo che solo il 25% conti di raggiungere il livello di reddito desiderato, e solo il 29% ritenga di comprendere quanto sia effettivamente necessario risparmiare per la pensione.
Alla domanda in merito a come intendano finanziare la propria pensione, il 21% dei rispondenti ha indicato gli schemi pensionistici pubblici e il 16% la liquidità e i conti di deposito, mentre un altro 13% si aspetta un contributo dai piani pensionistici aziendali. Solo il 9% intende finanziare la propria pensione attraverso un piano previdenziale personale.

Agli attuali pensionati è stato infine chiesto quale consiglio darebbero alle giovani generazioni che desiderano avere una pensione confortevole. Le prime raccomandazioni suggerite sono state, nell’ordine: iniziare a risparmiare prima possibile (42%), pensare in un’ottica di lungo periodo (41%), considerare gli effetti a lungo termine dell’inflazione (30%) e rivedere regolarmente risparmi e investimenti (33%).
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