Asia
Convertibili: è l’Europa la prima scelta
28 Febbraio 2014 10:00
mento delle obbligazioni convertibili resta molto interessante, in particolare nell’area europea e per quanto riguarda gli emittenti del Sud-Est asiatico. È questa l’indicazione formulata da Jean-Edouard Reymond, Head of Convertibles di Union Bancaire Privée – UBP che spiega:
“I bond convertibili combinano le qualità difensive delle obbligazioni a scadenza fissa con il potenziale di rialzo dei titoli azionari, il che conferisce loro un profilo rischio/rendimenti asimmetrico. Questa caratteristica costituisce un notevole vantaggio nel lungo periodo, in quanto consente a questa asset class di avere performance simili a quelle dei titoli azionari, con una volatilità significativamente più bassa. La convessità rappresenta quindi il maggiore vantaggio per questa classe di asset ed è la ragione principale per cui gli investitori stanno aggiungendo i bond convertibili ai propri portafogli”.
Tuttavia, alcuni segmenti dei mercati convertibili attuali si sono allontanati dalla loro convessità iniziale, in particolare i convertibili statunitensi, che sono sempre più simili alle azioni. “Quindi, anche se ci sono molte opportunità nel mercato dei bond convertibili USA, noi manteniamo uno sguardo vigile nelle scelte di allocazione in quest’area, dal momento che questa caratteristica ha portato il mercato statunitense ad allontanarsi dalla convessità propria delle obbligazioni convertibili” sottolinea Jean-Edouard Reymond.
Questo comportamento si evince anche dal rendimento negativo della regione. Infatti, il rendimento medio a scadenza/put dello UBS US Convertible bond index riporta attualmente un andamento negativo a doppia cifra (-10,6% a fine gennaio). Inoltre, la duration tipica dei bond convertibili statunitensi è di 8 anni, mentre quella dei bond convertibili europei è di 3 anni e mezzo: il rendimento medio a scadenza, peraltro, è molto più basso per le obbligazioni convertibili statunitensi (oltre -10%).
“Al contrario, crediamo che ci sia ancora un forte valore in Europa. Infatti, il movimento di riprezzamento in atto nel settore dell’obbligazionario convertibile europeo, a seguito della crisi del mercato nei primi mesi del 2012, sta ora producendo i suoi effetti positivi, spingendo verso l’alto il valore delle obbligazioni convertibili del Vecchio Continente” puntualizza Jean-Edouard Reymond.
Il tetto medio delle emissioni di bond convertibili europei, dal 2012, ha superato quello dei covered bond statunitensi ed ha apportato, insieme all’Asia, un contributo netto al mercato, con un notevole livello di nuove emissioni, al contrario degli Stati Uniti e del Giappone, dove i rimborsi sono stati più rilevanti delle emissioni. Infatti, il mercato delle obbligazioni convertibili a livello globale ammonta a 500 miliardi di dollari, di cui l'Europa rappresenta circa il 26%.
L’outlook per questa asset class è altamente favorevole in quanto, da un lato, molte società fanno ricorso ai bond convertibili per far fronte alle proprie esigenze di finanziamento e, dall’altro, poiché gli investitori vedono sempre più questo tipo di strumento come una valida alternativa sia ai titoli azionari sia alle obbligazioni. Nel 2013, i mercati primari hanno dimostrato un forte dinamismo, raggiungendo, in alcune aree, livelli record.
“Questo approfondimento del comparto globale delle convertibili è di grande beneficio per l’asset class, poiché contribuisce ad arricchire il mercato e a creare nuove opportunità. Per quanto riguarda l'Asia, poi, crediamo che bisognerebbe privilegiare società del Sud-Est asiatico ad eccezione del Giappone: sebbene il mercato nipponico ci piaccia, mostra alcune somiglianze con quello statunitense” conclude Jean-Edouard Reymond.
“I bond convertibili combinano le qualità difensive delle obbligazioni a scadenza fissa con il potenziale di rialzo dei titoli azionari, il che conferisce loro un profilo rischio/rendimenti asimmetrico. Questa caratteristica costituisce un notevole vantaggio nel lungo periodo, in quanto consente a questa asset class di avere performance simili a quelle dei titoli azionari, con una volatilità significativamente più bassa. La convessità rappresenta quindi il maggiore vantaggio per questa classe di asset ed è la ragione principale per cui gli investitori stanno aggiungendo i bond convertibili ai propri portafogli”.
Tuttavia, alcuni segmenti dei mercati convertibili attuali si sono allontanati dalla loro convessità iniziale, in particolare i convertibili statunitensi, che sono sempre più simili alle azioni. “Quindi, anche se ci sono molte opportunità nel mercato dei bond convertibili USA, noi manteniamo uno sguardo vigile nelle scelte di allocazione in quest’area, dal momento che questa caratteristica ha portato il mercato statunitense ad allontanarsi dalla convessità propria delle obbligazioni convertibili” sottolinea Jean-Edouard Reymond.
Questo comportamento si evince anche dal rendimento negativo della regione. Infatti, il rendimento medio a scadenza/put dello UBS US Convertible bond index riporta attualmente un andamento negativo a doppia cifra (-10,6% a fine gennaio). Inoltre, la duration tipica dei bond convertibili statunitensi è di 8 anni, mentre quella dei bond convertibili europei è di 3 anni e mezzo: il rendimento medio a scadenza, peraltro, è molto più basso per le obbligazioni convertibili statunitensi (oltre -10%).
“Al contrario, crediamo che ci sia ancora un forte valore in Europa. Infatti, il movimento di riprezzamento in atto nel settore dell’obbligazionario convertibile europeo, a seguito della crisi del mercato nei primi mesi del 2012, sta ora producendo i suoi effetti positivi, spingendo verso l’alto il valore delle obbligazioni convertibili del Vecchio Continente” puntualizza Jean-Edouard Reymond.
Il tetto medio delle emissioni di bond convertibili europei, dal 2012, ha superato quello dei covered bond statunitensi ed ha apportato, insieme all’Asia, un contributo netto al mercato, con un notevole livello di nuove emissioni, al contrario degli Stati Uniti e del Giappone, dove i rimborsi sono stati più rilevanti delle emissioni. Infatti, il mercato delle obbligazioni convertibili a livello globale ammonta a 500 miliardi di dollari, di cui l'Europa rappresenta circa il 26%.
L’outlook per questa asset class è altamente favorevole in quanto, da un lato, molte società fanno ricorso ai bond convertibili per far fronte alle proprie esigenze di finanziamento e, dall’altro, poiché gli investitori vedono sempre più questo tipo di strumento come una valida alternativa sia ai titoli azionari sia alle obbligazioni. Nel 2013, i mercati primari hanno dimostrato un forte dinamismo, raggiungendo, in alcune aree, livelli record.
“Questo approfondimento del comparto globale delle convertibili è di grande beneficio per l’asset class, poiché contribuisce ad arricchire il mercato e a creare nuove opportunità. Per quanto riguarda l'Asia, poi, crediamo che bisognerebbe privilegiare società del Sud-Est asiatico ad eccezione del Giappone: sebbene il mercato nipponico ci piaccia, mostra alcune somiglianze con quello statunitense” conclude Jean-Edouard Reymond.
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