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Ora le retribuzioni in Giappone devono salire

5 Febbraio 2014 11:00

financialounge -  giappone reflazione salari Shinzo Abe
sono alibi per gli imprenditori nipponici: quest’anno le retribuzioni dei lavoratori giapponesi devono salire. Lo hanno fatto sapere fonti governative preoccupate dal dato sui salari di base del Giappone aggiustati per l'inflazione che l'anno scorso sono calati al minimo storico segnato nel 2009, cioè quando il mondo era attanagliato dalla recessione: ciò rappresenta infatti un serio ostacolo per l’obiettivo di incrementare la spesa dei consumatori soprattutto alla luce dell’aumento delle imposte sulle vendite. La retribuzione, esclusi bonus e le ore di lavoro straordinario, è scesa a 98,9 nel 2013 in base a un indice del ministero del lavoro: l'indicatore è stato fissato a quota 100 nel 2010, ma dispone di una serie di dati storici risalenti almeno al 2002.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe chiede alle imprese di aumentare i salari per sostenere il filone reflazionistico guidato finora dagli stimoli della politica monetaria della Banca del Giappone e dal calo del 18 per cento dello yen nei confronti del dollaro nell’ultimo anno. I dirigenti delle imprese e i sindacati si sono incontrati oggi per iniziare trattative salariali di quest'anno in mezzo a un contesto di turbolenza nei mercati giapponesi e globali. “È estremamente importante che le aziende utilizzino i profitti favoriti dalla Abenomics per aumentare i salari e creare posti di lavoro” ha affermato oggi il capo di gabinetto Yoshihide Suga aggiungendo che questo si rende necessario per creare un ciclo economico positivo per il paese. "Ogni società farà tutto il possibile per aumentare i salari a seconda della propria situazione di profitti" ha dichiarato alla stampa dopo una riunione tenuta a Tokyo Hiromasa Yonekura, capo della Keidanren, il più grande gruppo di lobby d'affari del Giappone, aggiungendo che l'attuale crisi dei mercati non influirà sulle trattative salariali.

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