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Positivi sull’equity facendo attenzione alla volatilità

29 Gennaio 2014 14:15
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Mercato azionario ben impostato nel medio termine sebbene in uno scenario caratterizzato da una maggiore volatilità. Wall Street e, in seconda battuta l’Europa e il Giappone, le aree equity da sovrappesare in portafoglio a discapito di Londra, Asia ex Japan e Paesi emergenti. Nell’ambito invece del reddito fisso, neutralità sui bund tedeschi, ma sottopeso su governativi USA, inglesi e giapponesi; prudenza anche sugli emerging markets debt in dollari e sui corporate bond investment grade ma sovrappeso sugli high yield. Infine, per quanto riguarda le commodity, valutazioni negative sulle principali materie prime con la sola eccezione dei metalli preziosi, rispetto ai quali prevale un’opinione sostanzialmente neutrale. Sono questi, in estrema sintesi, le articolate raccomandazioni di portafoglio per il primo trimestre di quest’anno formulate da Keith Wade, Capo economista di Schroders.

Scopriamo come spiega i suoi consigli d’investimento
“Nel 2014, ci aspettiamo che le principali banche centrali del mondo sviluppato mantengano stabili i tassi d’interesse a breve termine. La Fed sta anticipando il ciclo economico muovendosi verso una normalizzazione della propria politica monetaria. Nonostante il sorprendente tapering del QE nel mese di dicembre, non prevediamo un rialzo dei tassi fino al 2015. La Bank of England probabilmente aumenterà gli
acquisti obbligazionari per compensare la tassa sui consumi nel corso dell’anno. Per quanto riguarda le banche centrali emergenti, in particolare quelle dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), lo scenario resta più contrastato: attese di rialzi sui tassi d’interesse in Brasile, possibile allentamento delle politiche monetarie in Russia e costo del denaro stabile in Cina e India” riferisce Keith Wade.

Nonostante il recente rialzo della volatilità nel mercato, innescato dalle incertezze politiche, fiscali e monetarie, e sebbene si sia ristretto il gap nelle valutazioni tra il segmento azionario e quello delle altre asset class, Keith Wade continua a ritenere che le azioni restino ben supportate nel medio termine, data la loro esposizione alla ripresa del ciclo economico. In ogni caso, mette tuttavia in guardia Keith Wade, vi è il rischio di un rialzo della volatilità nel 2014, connesso alla normalizzazione dello scenario macroeconomico e all’impatto sui rendimenti.

“All’interno del segmento azionario continuiamo a preferire gli Stati Uniti, grazie alla qualità delle società e al miglioramento economico che supporta il momentum nella crescita degli utili aziendali. Abbiamo declassato il nostro giudizio sulle azioni UK, da sovrappeso a sottopeso, poiché la ripresa economica ha innescato un apprezzamento della valuta e una politica della BoE maggiormente restrittiva. Inoltre abbiamo rivisto al rialzo le azioni europee con una view positiva, poiché gli utili stanno iniziando a trarre beneficio del recupero ciclico negli USA” sottolinea Keith Wade.

Anche per quanto riguarda il Giappone, Keith Wade mantiene una view positiva poiché si aspetta che lo Yen continui a supportare la performance del mercato. In particolare, ci sono segnali che il deprezzamento della moneta nipponica alimenti i guadagni. Keith Wade è invece neutrale sull’area del Pacifico ex Giappone e sui mercati emergenti: sulle azioni emergenti, le valutazioni sono molto interessanti ma il rallentamento degli acquisti obbligazionari della Fed probabilmente colpirà maggiormente i paesi con i fondamentali più deboli.

Passando al comparto del reddito fisso, Keith Wade mantiene una view negativa sui governativi dei paesi sviluppati, poiché il recupero graduale dell’economia mondiale metterà sotto pressione i rendimenti.

“In particolare, restiamo in sottopeso sui Treasury USA date le migliori prospettive di crescita sull’economia. Mentre il recente tapering del QE e le indicazioni prospettiche da parte della Fed hanno contribuito a tenere basse le attese su un aumento dei tassi d’interesse a breve, permane invece il rischio che le previsioni siano meno verosimili rispetto alla capacità del QE di smorzare le attese sulla parte lunga della curva, in particolare se la crescita negli USA dovesse superare le aspettative. Siamo neutrali sui bund tedeschi, ma negativi sui Gilt inglesi e sui JGB giapponesi” argomenta Keith Wade che, per quanto riguarda il debito emergente, resta prudente sulle obbligazioni denominate in dollaro americano, poiché alcuni di questi paesi dovranno far fronte a problemi strutturali come basse prospettive di crescita e rischi politici.
Keith Wade è poi positivo sulle obbligazioni High Yield, ma negativo sull’Investment Grade: questa preferenza è dovuta al basso rischio di duration del settore High Yield e di un carry più elevato in uno scenario di tassi di default ancora su livelli bassi.

“Per quanto riguarda il segmento delle materie prime siamo negativi, eccetto che sui metalli preziosi. In particolare, siamo neutrali sull’oro vista la divergenza tra il mercato dei titoli e quello fisico. Ci aspettiamo invece che il surplus nel settore della soia incida sui prezzi e sui pesi dell’indice globale mondiale. La combinazione di un’elevata offerta sulla maggior parte dei metalli e il cambiamento strutturale negli investimenti cinesi, supporta la nostra view negativa sul segmento. Per quanto riguarda il settore dell’energia, abbiamo rivisto al ribasso il nostro giudizio, a causa di un aumento della produzione Usa di shale oil e dalla potenziale offerta in Medio Oriente che è tornata su livelli normalizzati” conclude Keith Wade.
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