borsa
Prese di profitto fisiologiche
24 Gennaio 2014 14:15

USA in calo ieri, con il Dow Jones Industrial Average che ha registrato il suo più ampio calo dal mese di agosto mentre i titoli del Tesoro sono aumentati dopo che l’indicatore della produzione cinese (PMI) si è contratto: marcia indietro pure per i titoli dei mercati emergenti.
Lo Standard & Poor's 500 è sceso dello 0,9% mentre il Dow Jones ha perso l’1,1 per cento: in precedenza lo Stoxx Europe 600 Index era sceso dell'1 per cento e l’MSCI Emerging Markets Index era scivolato dell’1,4 per cento: in parallelo, invece, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni (che viaggiano in direzione opposta ai prezzi) si sono attestati al 2,77%, livello più basso dal novembre 2013.
La ragione di questa correzione è dovuta alla previsioni, diramate ieri da un'indagine preliminare a cura di HSBC Holdings Plc e Markit Economics, in base alle quali l’output industriale della Cina potrebbe registrare una contrazione a gennaio. Inoltre, negli Stati Uniti, le richieste di sussidi di disoccupazione si sono mantenute al livello più basso di sei settimane, mostrando una tenuta del mondo del lavoro americano.
"Ogni intralcio alla crescita può offrire un motivo per realizzare almeno in parte i lauti guadagni realizzati negli ultimi mesi" ha sottolineato James Dunigan, co-responsabile degli investimenti di Philadelphia della PNC Wealth Management che ha poi aggiunto: "Il dato sul PMI cinese è stato il pretesto per giustificare queste vendite soprattutto sui mercati emergenti ma nessuno dovrebbe essere sorpreso se assistiamo a un po’ di saliscendi di qualche tipo. Lo scenario di fondo però dimostra che l'economia sta migliorando".
Insomma, come dire, che ben vengano queste correzioni per abbassare le valutazioni e consentire a chi fosse rimasto fuori dai mercati azionari di entrare a prezzi meno cari.
Lo Standard & Poor's 500 è sceso dello 0,9% mentre il Dow Jones ha perso l’1,1 per cento: in precedenza lo Stoxx Europe 600 Index era sceso dell'1 per cento e l’MSCI Emerging Markets Index era scivolato dell’1,4 per cento: in parallelo, invece, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni (che viaggiano in direzione opposta ai prezzi) si sono attestati al 2,77%, livello più basso dal novembre 2013.
La ragione di questa correzione è dovuta alla previsioni, diramate ieri da un'indagine preliminare a cura di HSBC Holdings Plc e Markit Economics, in base alle quali l’output industriale della Cina potrebbe registrare una contrazione a gennaio. Inoltre, negli Stati Uniti, le richieste di sussidi di disoccupazione si sono mantenute al livello più basso di sei settimane, mostrando una tenuta del mondo del lavoro americano.
"Ogni intralcio alla crescita può offrire un motivo per realizzare almeno in parte i lauti guadagni realizzati negli ultimi mesi" ha sottolineato James Dunigan, co-responsabile degli investimenti di Philadelphia della PNC Wealth Management che ha poi aggiunto: "Il dato sul PMI cinese è stato il pretesto per giustificare queste vendite soprattutto sui mercati emergenti ma nessuno dovrebbe essere sorpreso se assistiamo a un po’ di saliscendi di qualche tipo. Lo scenario di fondo però dimostra che l'economia sta migliorando".
Insomma, come dire, che ben vengano queste correzioni per abbassare le valutazioni e consentire a chi fosse rimasto fuori dai mercati azionari di entrare a prezzi meno cari.
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