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Ben Bernanke

Il tapering non spaventa più i mercati

14 Gennaio 2014 09:15
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L’economia USA è forte abbastanza per crescere da sola. È questo il messaggio che ha voluto suggerire la Fed quando, con la riunione del 18 dicembre, ha alzato il velo sul piano per il tapering, ossia la riduzione degli stimoli eccezionali varati nel settembre 2012 per un ammontare di circa un quarto del PIL. Il tapering, che prevede la discesa degli acquisti mensili a 75 miliardi da 85 verrà implementato al primo board sui tassi della Fed di gennaio. Ed è probabile continui nei mesi a venire.

“Il comunicato e la conferenza stampa di Bernanke dopo la decisione del board hanno indotto la maggior parte degli analisti ad attendersi che ogni successivo board della Fed riduca gli acquisti con lo stesso ritmo, arrivando così ad azzerare lo stimolo entro la fine del 2014, ma solo se l’economia si rivelerà solida a sufficienza per affrontare il cambiamento”, affermano in uno studio gli esperti di Pioneer Investments.

La situazione economica comunque verrà monitorata durante tutto il processo. “Per rendere questo punto ancora più chiaro – sottolineano da Pioneer Investments - la Fed ha rafforzato la propria forward guidance suggerendo che la politica dei tassi a zero non terminerà con il QE, anche se il tasso di disoccupazione dovesse ridursi sotto il 6,5%”. Ossia la soglia che la Fed ha fissato lo scorso luglio per definire il punto di accelerazione della ripresa e la necessità di un aumento dei tassi di interesse per combattere le pressioni sugli stipendi e sull’inflazione.

“Il tapering – commentano gli analisti di Pioneer Investments – sarebbe potuto iniziare anche prima, se non si fossero aggiunti ulteriori fattori di rischio come l’impasse sulla politica fiscale. Il recente accordo sul budget potrebbe aver aiutato la decisione della Fed dal momento che prevede una minore stretta fiscale nel 2014”.

Lo schiarimento sul fronte politico ha messo in luce uno scenario di crescita economica positiva, guidata dalla spesa delle famiglie sulle nuove case e di altri beni durevoli, come la vendita di automobili. “È improbabile che il lento ritiro di condizioni monetarie molto accomodanti possa impattare sulla fiducia”, precisa Pioneer Investments che si attende un PIL USA in accelerazione nel 2014 e un ritorno a un trend di crescita anche come risultato di maggiori investimenti, “dal momento che le società potrebbero accogliere bene il miglioramento del clima politico e mettere il grande ammontare di cash al lavoro per far ripartire gli investimenti (Capex)”.

In questo scenario, Pioneer Investments rileva che il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il target della Fed in anticipo, evidenziando la solidità dell’economia e rendendo qualsiasi stimolo monetario non necessario. “In ogni caso – rilevano gli esperti – una inflazione bassa potrebbe permettere alla Fed di avere più tempo dopo la fine del QE prima di iniziare una stretta sui tassi di interesse”.

E la “forward guidance” sui tassi bassi potrebbe spiegare la buona accoglienza della mossa della Fed da parte dei mercati, del tutto in contrasto con quanto verificatosi con il primo annuncio sul tapering dello scorso giugno, che aveva innescato i timori che un veloce processo di riduzione degli stimoli sarebbe stato in poco tempo seguito dall’aumento dei tassi di interesse.
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