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Un contesto sfavorevole all’oro

11 Dicembre 2013 12:00
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La creazione di 200 mila nuovi posti di lavoro a novembre e il tasso di disoccupazione in calo al 7% non devono ingannare: finche i salari non crescono è difficile che i consumi degli americani riprendano ad un ritmo sostenuto. Da questo punto fermo, parte il commento settimanale ai mercati a cura di Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock che si conclude con una considerazione: cautela sulle quotazioni dell’oro. Ma scorriamo insieme i passaggi più importanti del commento settimanale.

I dati del mercato del lavoro negli USA di novembre hanno fatto registrare il secondo mese consecutivo nel corso del quale sono stati creati più di 200.000 posti di lavoro. In parallelo, si è potuto notare un calo significativo del tasso di disoccupazione, che è ora pari al 7,0%. Il punto debole, però resta la debole crescita dei salari, con i guadagni orari in aumento soltanto del 2% su base annua. In questo modo, mentre prosegue la creazione di nuovi posti di lavoro, questi non stanno crescendo abbastanza velocemente per spingere verso l'alto i salari: il risultato è che il reddito personale degli Stati Uniti è risultato in calo dello 0,1% nel mese di ottobre.

“Questo rappresenta un punto critico: la crescita anemica dei salari rispetto al passato è un problema strutturale a lungo termine, poiché senza di essa, la spesa dei consumatori è improbabile che possa migliorare” afferma Russ Koesterich. Intanto, in aggiunta ai dati sul mercato del lavoro della scorsa settimana, si è potuto rilevare che il settore manifatturiero evidenzia una forza progressiva: l'ISM manufacturing è salito a 57,3, il migliore livello dall’aprile 2011. Inoltre, i nuovi ordini risultavano piuttosto sostenuti, suggerendo che la tendenza è destinata a continuare.

Almeno in parte, la solidità del manifatturiero USA può essere attribuita ad una continua crescita nelle vendite di automobili: nel mese di novembre, sono state immatricolate auto ad un ritmo di 16,3 milioni di auto su base annua, il livello più alto dalla primavera del 2007. Purtroppo, al di fuori del settore auto motive, la spesa delle famiglie resta su livelli depressi. Secondo la National Retail Federation, la spesa al dettaglio degli Stati Uniti è scesa durante il fine settimana del Ringraziamento, per la prima volta in sette anni: la loro stima è che i consumatori abbiano speso 57,4 miliardi di dollari, in calo del 2,9 % rispetto allo scorso anno.

Questa analisi combacia perfettamente con i dati osservati nel terzo trimestre, che hanno mostrato livelli molto deboli dei consumi delle famiglie. Il pericolo è che un minore aumento delle spese, una combinazione di bassi consumi e di alto livello delle scorte indicano bassi livelli di produzione, e una probabile modesta crescita in quest’ultimo trimestre dell’anno.

“Tradotto, in soldoni, ci aspettiamo una crescita economica modesta. Se così sarà, la nostra aspettativa è che, sebbene la Fed possa annunciare l’inizio del tapering già per questo mese, riteniamo più probabile la mossa all'inizio del 2014” puntualizza Russ Koesterich. Sui mercati, si è notato un ulteriore calo dei prezzi dell'oro nelle ultime settimane: il metallo prezioso è sceso intorno al 15 % da agosto. Che cosa c'è dietro queste vendite?

In primo luogo l'inflazione è ai minimi storici negli Stati Uniti e in altre economie sviluppate che si trovano addirittura ad affrontare lo spettro di una possibile deflazione. Di conseguenza, gli investitori non sono affatto preoccupati di effettuare investimenti strategici per coprirsi da un rialzo dei prezzi al consumo: e l’oro, che è uno degli strumenti chiave in questo senso è tra quelli che accusa i maggiori contraccolpi negativi. D’altra parte, l'aumento dei tassi di interesse che si è verificato questo anno è stato quasi interamente guidato dal rialzo dei tassi reali (cioè dei tassi al netto dell'inflazione).

“Di norma, un ambiente di tassi reali crescenti rappresenta un grosso ostacolo per le quotazioni dell'oro. E, dal momento che si aspettiamo che l'attuale contesto di bassa inflazione e tassi di interesse in aumento moderato possa persistere, manteniamo una visione cauta verso l'oro” conclude Russ Koesterich.
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