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La strategia “Go Global” di Pechino

11 Dicembre 2013 09:00

financialounge -  cina crescita economica Europa investimenti
05 quando fu lanciato passò un po’ in sordina, confuso tra i tanti proclami che il Governo di Pechino ha annunciato negli ultimi due decenni. Ma oggi, a distanza di 13 anni, la strategia “Go Global” è molto più che una solida realtà.

La Cina è infatti già oggi il terzo paese al mondo per investimenti diretti e, soprattutto, mostra tassi di crescita davvero sostenuti: dopo il +28,6% registrato nel 2012 ha messo a segno un ulteriore aumento del 18,5% nei primi otto mesi di quest’anno che proiettano le stime per l’intero 2013 a 91,5 miliardi di dollari di investimenti cinesi all’estero.

Un vero e proprio boom, peraltro alimentato al 70% da imprese private, che sta facendo avvicinare il momento di quello che sarà un vero e proprio storico sorpasso: il flusso dei capitali in uscita superiore a quelli degli investimenti diretti in Cina.

Ma dove investono i capitali all’estero lo stato (tramite soprattutto il Cic, China investment corporation, il fondo sovrano di Pechino che gestisce asset per 574 miliardi di dollari) e i gruppi privati cinesi?

Nel periodo 2005- 2013, in base alle stime Eurasia Group, al primo posto si è piazzata l’Australia (59,2 miliardi di dollari di investimenti diretti dalla Cina), seguita dagli Stati Uniti (57,8 miliardi) e dal Canada (37,6 miliardi). L’Europa, invece, sta guadagnando maggiore attenzione negli ultimi anni: nel 2012, infatti, il Cic ha sviluppato nel Vecchio Continente 5 dei sei grandi progetti di investimento diretto.

Negli ultimi otto anni, cioè tra il 2005 e il 2013, i paesi europei che hanno beneficiato di più dei flussi in uscita da Pechino sono stati la Germania (35%), il Regno Unito (18%) e la Francia (8%), mentre l’Italia non ha calamitato più del 5% del totale destinato all’Europa.

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