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credito d'impresa

Un utilizzo produttivo del risparmio e della ricchezza

31 Ottobre 2013 20:00
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Nell’articolo “Le famiglie italiane recuperano i livelli pre-crisi” si è messo in evidenza come, dopo i 6 anni della crisi economica più profonda dal dopoguerra, i livelli patrimoniali delle famiglie italiane stiano tornando ai livelli del 2006-2007. Ora, all’orizzonte del nostro sistema finanziario, si presenta una grande sfida, che però è anche un’enorme opportunità: a dispetto della crisi, le famiglie italiane restano patrimonialmente solide, con una ricchezza finanziaria in netto recupero e attività reali che, nonostante l’andamento del mercato immobiliare, mantengono il loro valore nel tempo.

Se è vero che, per far ripartire il risparmio, è fondamentale la ripresa dell’economia e dei redditi, anche mediante l’attuazione di importanti riforme strutturali, è anche vero che una gestione efficiente della ricchezza può dare un contributo fondamentale per stabilizzare ed integrare i redditi delle famiglie. Non solo, in un contesto di ripresa, una maggiore esposizione a quelle attività legate al ciclo economico, se opportunamente diversificate, anche mediante prodotti gestiti professionalmente, permetterebbe alle famiglie da un lato di ottenere un rendimento più adeguato in un’ottica di medio-lungo periodo e dall’altro potrebbe contribuire a finanziare la crescita stessa, veicolando risorse preziose verso il tessuto imprenditoriale nazionale.

Esistono nello specifico elevate potenzialità legate ad un utilizzo “produttivo” del risparmio e della ricchezza, attraverso strumenti di investimento che rafforzino la struttura finanziaria delle imprese. In Italia, infatti, elevati livelli di ricchezza delle famiglie, peraltro poco esposte al debito, non si accompagnano ad un adeguato livello di patrimonializzazione delle imprese, che risultato ancora poco inclini all’utilizzo del mercato dei capitali e molto dipendenti dall’indebitamento bancario. Per questo motivo, i recenti provvedimenti legislativi finalizzati a veicolare nuove risorse finanziarie verso le imprese attraverso il canale dei cosiddetti mini-bond e colmare il ritardo che il sistema produttivo italiano ha nei confronti di questa fonte di finanziamento rispetto agli altri Paesi europei si muovono nella corretta direzione.

L’aspetto che riguarda il risparmio è ovviamente quello legato alla capacità di coinvolgere, almeno in un primo momento, compagnie assicurative e fondi pensione nella sottoscrizione di tali prodotti. Da questo punto di vista, anche gli investitori istituzionali sono chiamati a un compito fondamentale, che è quello di fare da ponte tra le famiglie e le imprese, in modo da convogliare la ricchezza verso degli investimenti a maggiore potenziale di crescita e da li contribuire ad una nuova fase di sviluppo per il Paese. La costruzione del nuovo quadro regolamentare potrà quindi favorire l’incontro tra le esigenze di nuova finanza da parte delle imprese e la possibilità di veicolare il risparmio a strumenti che abbiano un profilo di rischio rendimento adeguato per i sottoscrittori.
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