fondi flessibili
Flessibilità vincente nell’obbligazionario
13 Settembre 2013 08:00
Con i tassi di interesse destinati ad aumentare nei prossimi mesi, e con opportunità da selezionare con estrema cura sia nell’ambito corporate bond investemnt grade che in quello degli high yield, sono in molti a suggerire un approccio flessibile nei portafogli a reddito fisso.
Come ha spiegato bene nell’articolo “Meglio l’equity che i bond”, Giordano Lombardo, Group CIO di Pioneer Investments per il quale sarà “fondamentale mantenere un approccio flessibile per aggiustare dinamicamente la duration e l’esposizione al credito e sfruttare attivamente i cicli di breve periodo su tassi e spread tenendo conto che, da questi livelli, i tassi possono muoversi soltanto verso l’alto”.
E i fondi flessibili hanno già cominciato a fornire una prova generale di quanto possono offrire in termini di rendimento rispetto ai fondi obbligazionari classici. Negli ultimi 12 mesi, per esempio, a fronte di un guadagno medio del 3,15% realizzato dall’indice dei fondi obbligazionari, i fondi obbligazionari flessibili hanno messo a segno un rialzo medio del 5,01%; sulla distanza dei due anni, invece, i fondi obbligazionari flessibili hanno registrato un rendimento del 9,74% contro l’8,54% dell’indice generale dei fondi obbligazionari che, negli ultimi tre anni, non sono andati oltre il +7,53, mentre i fondi obbligazionari flessibili sono riusciti a mettere a segno un rialzo medio dell’8,79%.
Se poi l’investitore avesse avuto la capacità di selezionare i migliori gestori di categoria, i risultati avrebbero potuto essere ancora più interessanti. Chi per esempio avesse acquistato quote del comparto Invesco Funds Lux-C Invesco Global Unconstrain Bond Hedged euro, il rendimento a tre anni sarebbe stato pari al 34,83%: lo stesso comparto, nella versione senza copertura del rischio di cambio in euro (Invesco Funds Lux-C Invesco Global Unconstrain Bond Acc GBP), si è invece apprezzato nel triennio del 30,62%. Optando invece per il comparto Pioneer Funds-E Euro Strategic Bond l’investitore avrebbe potuto contare su un guadagno a tre anni del 19,16% e del 13,87% a due anni.
Come ha spiegato bene nell’articolo “Meglio l’equity che i bond”, Giordano Lombardo, Group CIO di Pioneer Investments per il quale sarà “fondamentale mantenere un approccio flessibile per aggiustare dinamicamente la duration e l’esposizione al credito e sfruttare attivamente i cicli di breve periodo su tassi e spread tenendo conto che, da questi livelli, i tassi possono muoversi soltanto verso l’alto”.
E i fondi flessibili hanno già cominciato a fornire una prova generale di quanto possono offrire in termini di rendimento rispetto ai fondi obbligazionari classici. Negli ultimi 12 mesi, per esempio, a fronte di un guadagno medio del 3,15% realizzato dall’indice dei fondi obbligazionari, i fondi obbligazionari flessibili hanno messo a segno un rialzo medio del 5,01%; sulla distanza dei due anni, invece, i fondi obbligazionari flessibili hanno registrato un rendimento del 9,74% contro l’8,54% dell’indice generale dei fondi obbligazionari che, negli ultimi tre anni, non sono andati oltre il +7,53, mentre i fondi obbligazionari flessibili sono riusciti a mettere a segno un rialzo medio dell’8,79%.
Se poi l’investitore avesse avuto la capacità di selezionare i migliori gestori di categoria, i risultati avrebbero potuto essere ancora più interessanti. Chi per esempio avesse acquistato quote del comparto Invesco Funds Lux-C Invesco Global Unconstrain Bond Hedged euro, il rendimento a tre anni sarebbe stato pari al 34,83%: lo stesso comparto, nella versione senza copertura del rischio di cambio in euro (Invesco Funds Lux-C Invesco Global Unconstrain Bond Acc GBP), si è invece apprezzato nel triennio del 30,62%. Optando invece per il comparto Pioneer Funds-E Euro Strategic Bond l’investitore avrebbe potuto contare su un guadagno a tre anni del 19,16% e del 13,87% a due anni.
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