Contatti

derivati

Al via la Tobin Tax sui derivati

3 Settembre 2013 11:00
financialounge -  derivati future high frequency trading italia Piazza Affari tasse Tobin tax
Da ieri l’Italia è l’unico paese al mondo ad avere introdotto imposte sui derivati e sugli scambi ad alta frequenza, il cosiddetto high frequency trading. Dopo aver iniziato a tassare dal primo marzo scorso gli scambi in titoli azionari in Piazza Affari, ora si è passati al prelievo sulle negoziazioni di strumenti delle finanza sintetica e sul trading speculativo.

In particolare per l’high frequency trading l’aliquota fiscale prevista ammonta allo 0,02% sul controvalore degli ordini di acquisto o vendita (anche se annullati o modificati) che in una giornata di Borsa superino una certa soglia numerica: il balzello erariale si applica anche nel caso in cui l’intervallo tra l’immissione degli ordini non sia superiore al mezzo secondo. Tra i contratti derivati esclusi dalla tassazione figurano invece i dividend swap, i contratti future su index dividend, e tutti gli strumenti sintetici aventi per sottostante titoli di aziende a capitalizzazione ridotta.

Tutti ancora da chiarire i dubbi sulla efficacia di questi provvedimenti e sugli impatti sul mercato finanziario italiano. Infatti, mentre la legge di stabilità che aveva introdotto questi prelievi stimava in un miliardo il gettito annuo, le ultime stime parlano di entrate complessive tra i 200 e i 250 milioni. Inoltre, dalla loro introduzione in primavera, i volumi medi delle contrattazioni di Piazza Affari sulle azioni italiane si sono notevolmente ridotti a seguito della scelta degli intermediari di operare su altre piazze finanziarie più liquide e più convenienti.
Share:
Trending