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L'aumento dei tassi minaccia il settore residenziale e l'economia

di Russ Koesterich 28 Agosto 2013 20:00
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I mercati sono rimasti volatili a causa dell'incertezza sulla crescita economica e sulla direzione della politica monetaria della Federal Reserve. La scorsa settimana è stata caratterizzata ancora da report misti che hanno generato una volatilità costante sia sui mercati azionari sia obbligazionari.

L'indice Dow Jones Industrial Average è sceso per la terza settimana consecutiva, in ribasso dello 0.5% a quota 15.010. L'indice S&P 500 è salito dello 0.5% a 1.663 punti e il Nasdaq Composite ha segnato +1,5% chiudendo la settimana a quota 3.657. I tassi di interesse a medio termine hanno toccato un altro massimo pluriennale la scorsa settimana prima di scendere nella giornata di venerdì. Il rendimento del treasury USA a dieci anni è rimbalzato al di sopra del 2,90%, il livello più elevato da luglio 2011, ma ha chiuso la settimana senza variazioni di rilievo rispetto all'inizio, al 2,82%.

Dopo il rimbalzo dei tassi di interesse, anche i tassi dei mutui hanno seguito la medesima tendenza. Il costo di un mutuo convenzionale a 30 anni si attesta all'incirca al 4,7%, in rialzo dal 3,6% di inizio maggio e la rata del mutuo mensile di una casa americana media è aumentata di circa 200 dollari nello stesso periodo. Con i tassi (e i costi dei mutui) in aumento, l'attività di vendita delle case e dei mutui è iniziata a calare. Un recente sondaggio effettuato dalla Mortgage Banker Association indica che l'attività dei prestiti è scesa di oltre il 50% rispetto al picco di maggio. Inoltre venerdì scorso dai dati sulle vendite di case nuove è emerso un calo del 13,4% a luglio, la flessione più elevata degli ultimi tre anni.

Il mercato obbligazionario ha rapidamente risentito del calo delle vendite di case nuove. I prezzi dei bond sono aumentati e i rendimenti sono scesi dopo la notizia, un tacito riconoscimento di come il mercato immobiliare sia fondamentale alla ripresa economica più generale.

Il settore immobiliare è importante poiché genera posti di lavoro e nuove costruzioni ma soprattutto perché l'aumento dei prezzi delle case è stato un fattore molto importante per la fiducia dei consumatori e la fiducia nei consumi. E dato che l'economia americana è guidata per il 70% dai consumi, tale fiducia è fondamentale.

Gli investitori attendono il programma di riduzione di acquisto degli asset (tapering) della Fed per il prossimo autunno e ritengono che la fase di correzione dei tassi di interesse nel breve termine sia perlopiù completata. La Fed riconosce che la ripresa è ancora debole e che l'aumento dei tassi potrebbe rallentarla ulteriormente. Gli investitori retail sono nervosi circa gli investimenti obbligazionari. La scorsa settimana è stata la quarta settimana consecutiva di deflussi dal reddito fisso, con gli investitori che hanno venduto oltre 7 miliardi di USD di fondi obbligazionari. Se gli investitori continueranno a vendere i loro fondi obbligazionari, i tassi a lungo termine potrebbero superare il 3% per un periodo di tempo prolungato, influenzando negativamente il mercato immobiliare e la ripresa economica.

Nel breve termine l'incertezza sulle tempistiche della riduzione degli acquisti degli asset della Fed e la direzione dei dati economici potrebbe generare una volatilità generale del mercato finanziario. Ma i titoli potrebbero resistere, soprattutto se l'inflazione rimarrà contenuta e l'aumento dei tassi di interesse sarà graduale. Naturalmente la selezione è fondamentale. Ci sono alcuni segmenti del mercato azionario che sono vulnerabili. In passato abbiamo parlato delle utility. Anche le aziende dei beni di consumo secondari potrebbero risentirne, in particolare quelle legate al mercato immobiliare. È utile sapere che un indice dei costruttori di case è in ribasso di circa il 30% rispetto ai picchi di maggio.
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