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Il ritmo irresistibile delle Filippine

19 Agosto 2013 08:00
financialounge -  Asia consumi filippine indonesia infrastrutture PIL risparmi
Il dato del PIL del primo trimestre 2013 delle Filippine è stato una sorpresa per tutti. Perché un +7,8% annualizzato pone il paese in testa a tutti nell’area asiatica, davanti persino al colosso cinese che non era andata oltre il 7,7%. Ma se il dato in sé ha sorpreso (le stime governative e degli analisti si attestavano tra il 6,5% e il 7%), non si può parlare di un miracolo improvviso.

Il paese infatti, che con i sui 98 milioni di abitanti è il più popoloso nel Sud Est asiatico dopo l’Indonesia, può vantare ormai apporti strutturali da diversi segmenti della propria economia e dalla lingua ufficiale, l’inglese, eredità dell’essere stata per lungo tempo una colonia americana.

Ma procediamo con ordine. La crescita del primo trimestre 2013 ha visto un importante contributo da parte delle costruzioni (addirittura +33,7% rispetto allo stesso periodo del 2012) e dai consumi interni (+13,9%), trainati da un classe media con sempre maggiori disponibilità economiche e, quindi, di spesa. Ma secondo gli analisti che hanno studiato la struttura macro economica del Paese, il vero plus di Manila è la lingua inglese: in Asia è l’unico stato dove tutti parlano la lingua di Shakespeare, dalla nascita alle scuole elementari, dalle università ai posti di lavoro.

Un indubbio vantaggio competitivo che, infatti, i filippini stanno sfruttando per occupare tutta una serie di attività e servizi in outsourcing a livello globale: dai call center (dove ormai hanno strappato il primato storico dell’India) a tutte le attività amministrative e commerciali per conto di imprese straniere (fatturazioni, paghe, pratiche legali, trascrizioni bancarie etc.).

Un giro d’affari di enormi dimensioni pari a poco meno di 14 miliardi di dollari che, inoltre, non conosce crisi: nell’ultimo anno è infatti aumentato di un altro 16%. Infine, ma certo non meno importanti, ci sono i flussi derivanti dalle rimesse dei circa 10 milioni di filippini che lavorano all’estero e spediscono i risparmi in patria: un fiume di denaro stimato in oltre 21 miliardi di euro nel 2012 (+10% rispetto al 2011).
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