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L'industria del Risparmio - 08 luglio 2013

9 Luglio 2013 14:00
financialounge -  Affari&Finanza emotività indice panic selling tokyo Wall Street
L’indice S&P500 di Wall Street e il Dax di Francoforte dopo aver stabilito nuovi record storici che resistevano dal 2007 hanno ripiegato, mentre il Nikkei 225 di Tokyo, nonostante la correzione, resta in attivo per oltre il 31% da inizio anno. In questo contesto, sono in molti, tra analisti ed investitori, a chiedersi se non stia iniziando una nuova estate di fuoco come quella del 2011.

Uno scenario nel quale possono scattare violente correzioni fino a configurare un vero e proprio panic selling, il termine inglese con il quale in finanza si indica l’innesco di una fase di mercato fortemente ribassista, durante la quale gli investitori raggiungono il più alto grado di pessimismo, senza che gli indici di Borsa trovino livelli di supporto significativi da cui poter mettere a segno un rimbalzo. Una fase in cui coloro che vendono lo fanno senza limitazione di prezzo perché è come se fossero terrorizzati nel non riuscire a rivendere in seguito i titoli in portafoglio.

Tra i panic selling più famosi registrati negli ultimi anni spiccano quello del 2008 e quello del 2011: nel 2008, per la precisione dal 12 settembre al 20 novembre, l’indice Dow Jones americano perse il 33,8% del proprio valore mentre nell’estate-autunno 2011 (dal 1 luglio al 3 ottobre) la caduta dell’indice sfiorò il 16%.
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