commodities
Cosa sta succedendo alle commodity?
26 Giugno 2013 08:00

se dei paesi sviluppati e i prezzi delle commodity hanno registrato andamenti divergenti negli ultimi 2 anni, nonostante la continua ripresa dell’economia mondiale: il Rogers International Commodity Index, per esempio, ha perso il 15,88% del proprio valore tra maggio 2011 e maggio 2013 mentre l’Msci world index delle Borse mondiali ha guadagnato l’8,66% nello stesso intervallo di tempo.
Cosa ci indicano i mercati delle materie prime? Sono dei driver fondamentali dal punto di vista congiunturale o strutturale?
Alcuni esperti del settore ritengono che i fattori congiunturali non spieghino il declino costante dei prezzi delle materie prime degli ultimi due anni, quanto piuttosto che siano in atto cambiamenti strutturali macroeconomici tali da giustificare in parte questa tendenza.
Prendiamo per esempio l’ambito produttivo: la capacità di produzione fisica installata e calibrata durante la fase espansiva del precedente ciclo era probabilmente basata su aspettative gonfiate della domanda reale. Sul versante invece della domanda mondiale, il passaggio della economie degli emerging markets a modelli di crescita più sostenibili è stato difficile; la nuova amministrazione della Cina sembra aver accettato un diverso e inferiore tipo di crescita.
È probabile che la reindustrializzazione dell’economia USA abbia bisogno di un nuovo paradigma per competere a livello internazionale: alla base di questo ci potrebbe essere il passaggio di ruolo degli Stati Uniti da Paese di consumatori dei prodotti degli emerging markets come negli ultimi 5 decenni a esportatore netto.
Il reale deprezzamento del dollaro, i finanziamenti a buon mercato (i tassi dei titoli di Stato USA, ma anche quelli delle corporation americane sono ai minimi storici), la rivoluzione dello shale oil e dello shale gas, stanno gettando le basi per l'affermazione degli Stati Uniti anche per la produzione di fascia bassa, a minor valor aggiunto, che è stata la situazione di partenza dell’ascesa cinese di 10 anni fa.
Che tipo di impatti hanno tutte queste nuove variabili sul ribasso per materie prime?
Gli Stati Uniti devono inevitabilmente importare materie prime per alimentare il proprio rimbalzo produttivo, ma lo stock esistente di infrastrutture implica che i progetti infrastrutturali massicci che si traducono in grandi importazioni di materie prime non sono ancora partiti o lo siano solo sulle carte. Inoltre, l’elevato costo del lavoro negli Stati Uniti, richiede un più efficiente uso di input di produzione, tra cui le materie prime: e questo potrebbe significare una domanda strutturalmente più bassa di commodity.
Cosa ci indicano i mercati delle materie prime? Sono dei driver fondamentali dal punto di vista congiunturale o strutturale?
Alcuni esperti del settore ritengono che i fattori congiunturali non spieghino il declino costante dei prezzi delle materie prime degli ultimi due anni, quanto piuttosto che siano in atto cambiamenti strutturali macroeconomici tali da giustificare in parte questa tendenza.
Prendiamo per esempio l’ambito produttivo: la capacità di produzione fisica installata e calibrata durante la fase espansiva del precedente ciclo era probabilmente basata su aspettative gonfiate della domanda reale. Sul versante invece della domanda mondiale, il passaggio della economie degli emerging markets a modelli di crescita più sostenibili è stato difficile; la nuova amministrazione della Cina sembra aver accettato un diverso e inferiore tipo di crescita.
È probabile che la reindustrializzazione dell’economia USA abbia bisogno di un nuovo paradigma per competere a livello internazionale: alla base di questo ci potrebbe essere il passaggio di ruolo degli Stati Uniti da Paese di consumatori dei prodotti degli emerging markets come negli ultimi 5 decenni a esportatore netto.
Il reale deprezzamento del dollaro, i finanziamenti a buon mercato (i tassi dei titoli di Stato USA, ma anche quelli delle corporation americane sono ai minimi storici), la rivoluzione dello shale oil e dello shale gas, stanno gettando le basi per l'affermazione degli Stati Uniti anche per la produzione di fascia bassa, a minor valor aggiunto, che è stata la situazione di partenza dell’ascesa cinese di 10 anni fa.
Che tipo di impatti hanno tutte queste nuove variabili sul ribasso per materie prime?
Gli Stati Uniti devono inevitabilmente importare materie prime per alimentare il proprio rimbalzo produttivo, ma lo stock esistente di infrastrutture implica che i progetti infrastrutturali massicci che si traducono in grandi importazioni di materie prime non sono ancora partiti o lo siano solo sulle carte. Inoltre, l’elevato costo del lavoro negli Stati Uniti, richiede un più efficiente uso di input di produzione, tra cui le materie prime: e questo potrebbe significare una domanda strutturalmente più bassa di commodity.
Trending