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La volatilità rimane elevata

di Russ Koesterich 12 Giugno 2013 20:00
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I mercati finanziari sono stati interessati nuovamente da una volatilità elevata la scorsa settimana, dato che gli investitori hanno nutrito una forte preoccupazione per il rapporto sull'occupazione USA diffuso nella giornata di venerdì.

Prima della pubblicazione dei dati i titoli azionari hanno mostrato una flessione, poiché gli investitori temevano che un report troppo debole potesse segnalare una crescita economica più debole delle attese, mentre altri temevano che un report troppo positivo avrebbe potuto indurre la Federal Reserve a ridurre la politica monetaria accomodante prima del previsto. Venerdì, tuttavia, il report ha mostrato risultati in linea con le attese e questo è bastato per innescare un rally sostenuto che ha annullato le perdite precedenti.

In settimana l'indice Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,9% a quota 15.248, lo S&P500 ha guadagnato lo 0.8% a 1.643 punti e l'indice Nasdaq Composite ha segnato +0,4% a quota 3.469. I mercati del reddito fisso hanno seguito un andamento simile, con i rendimenti dei Treasury in calo per la maggior parte della scorsa settimana per poi rimbalzare nella seduta di venerdì (i prezzi seguono un andamento contrario rispetto ai rendimenti). Il rendimento del Treasury a dieci anni è salito dal 2,15% al 2,17%.

Il rapporto sul mercato del lavoro ha rivelato ben poche sorprese. Dai dati emerge che sono stati creati 175.000 nuovi posti di lavoro a maggio, in linea con la media da inizio anno. Il report sul lavoro di maggio conferma la visione generale di BlackRock sull'economia americana: la crescita sembra essere rallentata negli ultimi mesi ma rimane intorno al 2%. Il mercato del lavoro è dunque positivo ma la crescita non è stata così rapida da generare un aumento dei redditi e la Banca Centrale americana non ha motivo di cambiare la propria posizione monetaria.

Cosa comporta dunque per gli investitori una crescita lenta ma positiva?
Le conseguenze sono diverse. In primo luogo, il rallentamento della crescita implica che la volatilità rimarrà alta. La scorsa settimana la volatilità della Borsa ha toccato il livello più alto da febbraio.

Inoltre, è necessario adottare prudenza verso i Treasury ed essere consapevoli del rischio di un aumento dei tassi di interesse. Anche se alcune aree del mercato a reddito fisso (in particolare gli high yield) sono rimbalzate verso la fine della scorsa settimana, i rendimenti dei Treasury hanno continuato la loro lenta e inesorabile tendenza al rialzo – un andamento che potrebbe perdurare.

Nello stesso tempo è prevista una pressione costante su alcune aree più difensive del mercato, come il settore delle utility. Le utility sono spesso considerate un surrogato del mercato obbligazionario e con un aumento dei tassi di interesse, il settore delle utility subirà una pressione maggiore. Anche i REIT (ovvero le società fiduciarie per l'investimento in beni immobili), che sono sensibili ai tassi di interesse, appaiono poco interessanti. Anche se il settore è sceso più del 10% da metà maggio, le quotazioni rimangono ancora elevate.

I settori ciclici invece sono molto interessanti. Il settore dell'energia e quello della tecnologia hanno performato molto bene e sono ancora a buon mercato.

Infine i prezzi dell'oro potrebbero rimanere sotto pressione. L'aumento dei tassi di interesse è negativo per il metallo giallo. Se da un lato è bene continuare a mantenere una moderata esposizione nel lungo termine sull'oro, per i benefici della diversificazione, dall'altro sarebbe opportuno iniziare a pensare di ridurre tali posizioni.
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