diversificazione

Il pac antidoto all’emotività

24 Aprile 2013 08:00

financialounge -  diversificazione emotività mercati azionari piano di accumulo del capitale Piazza Affari settore tecnologico strategia di investimento
hi investitori, soprattutto quelli sovraccarichi di titoli e fondi obbligazionari, vorrebbero diversificare, almeno in parte, il proprio portafoglio finanziario in Borsa. Il loro timore, peraltro più che comprensibile, è però quello di entrare alla vigilia di una correzione dei listini. Sanno bene che, se ciò accadesse, il loro investimento richiederebbe molto più tempo per diventare fruttifero.

Un esempio? I risparmiatori che il 28 gennaio di quest’anno, con l’indice Ftsemib di Piazza Affari a quota 17.897 punti, hanno optato per un investimento nella Borsa italiana, a distanza di poco più di due mesi e mezzo si ritrovano con un capitale decurtato del 12% circa. Per superare l’impasse, la soluzione alla portata di tutti i risparmiatori è quella dei piani di accumulo (pac): cioè l’investimento costante a rate periodiche.

Una strategia che permette di non preoccuparsi troppo del momento in cui si avvia l’investimento e che, qualora ci fosse una correzione, consentirebbe di acquistare un numero maggiore di quote e quindi di poter poi puntare a successivi lauti guadagni se gli indici di Borsa si riprendono. Un esempio da manuale in questo senso è l’investimento in un fondo azionario specializzato sul settore della tecnologia.

Immaginiamo lo (sfortunato) investitore di un fondo di questo tipo a febbraio 2000, cioè proprio alla vigilia dello scoppio della bolla dei titoli legati a Internet: se avesse sottoscritto 40.000 euro, oggi se ne ritroverebbe circa 9.800, cioè il 75,5% in meno. Gli stessi 40 mila euro frazionati tramite il pac in 250 euro mensili nella stessa tipologia di fondo avrebbe invece permesso di accumulare nei 13 anni quote per un controvalore medio di 51.000 euro; cioè non solo l’investitore non accuserebbe una forte perdita ma potrebbe addirittura vantare un guadagno di 11 mila euro, pari al 27,5% del capitale totale impiegato.

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