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Affari&Finanza

L'industria del Risparmio - 18 marzo 2013

19 Marzo 2013 14:00
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Il momento scelto per riposizionare i propri investimenti in portafoglio o per entrare ed uscire da un singolo titolo è definito in finanza come market timing. Ma, in senso più ampio, il market timing è anche una vera e propria strategia d'investimento attraverso la quale decidere di investire o disinvestire in diversi strumenti finanziari.

In particolare, il market timing è, insieme allo stock picking e alla sector selection, uno dei principali approcci attivi di gestione di un portafoglio. Osservando più da vicino lo schema operativo dell’approccio di tipo market timing, si nota una politica gestionale attiva di ridefinizione sistematica del portafoglio, attuata tramite un processo di elaborazione del profilo di rischio/rendimento del fondo, in funzione delle previsioni riguardo alle tendenze stimate e alle dinamiche di mercato. In pratica, si punta ad agire e modificare, in sintonia con il sentiment di mercato, il rischio di mercato del portafoglio (il cosiddetto beta).

Per esempio, se si ipotizza una fase ascendente di Borsa, si tenderà ad aumentare in modo significativo l’esposizione al rischio sistematico (beta medio) del portafoglio in modo da amplificare l’impatto che oscillazioni positive di mercato produrranno sulle performance complessive del fondo: al contrario, cioè immaginando uno scenario ribassista, si procederà a ridimensionare il beta del portafoglio in modo tale da limitare gli impatti negativi sul fondo.

Per quanto riguarda poi le operazioni pratiche per aumentare il beta di portafoglio in caso di previsioni positive di mercato (bull market), il gestore, oltre a diminuire, nell’ambito della composizione complessiva di portafoglio, la componente percentuale rappresentata da titoli obbligazionari e dalla liquidità, aumenterà l’esposizione alla Borsa sia attraverso una percentuale crescente di titoli azionari, ma anche di titoli a più alto coefficiente di beta (ovvero di relazione con le variazioni dell’indice di Borsa), nonché all’acquisto di strumenti derivati (opzioni call o future) su indici azionari.
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