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La Cina alimenta il mercato obbligazionario

15 Marzo 2013 08:00
financialounge -  cina Fondi obbligazionari megatrend mercati azionari urbanizzazione
Circa 400 milioni di contadini cinesi si trasferiranno in aree metropolitane entro il 2023.

È questo il colossale piano di urbanizzazione che il nuovo presidente Xi Jinping ha messo in cima alle priorità del paese. Il costo di questa operazione è stimato in 6.400 miliardi di dollari americani ed equivale a 10 volte l’ammontare stanziato nel 2008 per sostenere l’economia nazionale al fine di porla al riparo dall’imminente recessione mondiale. Ma stavolta, per finanziare questo nuovo ambizioso piano le autorità di Pechino guardano al mercato del debito.

Per prima cosa, però, è necessaria una liberalizzazione del mercato interno dei capitali e, in parallelo, il lancio del mercato dei junk bond, gli strumenti obbligazionari che in virtù dei loro elevati rendimenti sono in grado di calamitare i grandi investitori internazionali e i fondi pensione alla disperata ricerca di rendimenti di lungo periodo in asset solidi.

Secondo alcuni esperti del mercato cinese, sarebbe inoltre necessario ampliare l’accesso al mercato dei bond municipali partendo dall’eliminazione dell’attuale requisito che obbliga gli investitori internazionali ad impiegare almeno il 50% del capitale investito sul mercato azionario.

Tuttavia, nonostante questi indubbi ostacoli, le prospettive per un allargamento del mercato obbligazionario cinese sono brillanti e le potenzialità enormi: basti pensare che allo stato attuale il mercato dei bond di Pechino è grande soltanto un sesto di quello statunitense nonostante l’economia cinese è la seconda al mondo e, nei prossimi 10 anni, proiettata ad essere la prima.
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