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Focus su high yield: Paesi emergenti e total return

20 Febbraio 2013 20:00
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Greg McGreevey, Chief Executive Officer di Invesco Fixed Income, dopo aver approfondito i temi dell’inflazione e dei tassi di interesse nell’articolo “A breve inflazione contenuta e tassi bassi” torna a parlare con FinanciaLounge, focalizzandosi sulla crescita e le strategie da adottare.

Quali sono i rischi sulle aspettative di crescita e come vi posizionereste in caso di aumento/riduzione non previsto dei prezzi dei titoli?

"Un piano fiscale statunitense per bilanciare il bisogno di supportare l’economia nel breve periodo a discapito del deficit di lungo termine e della riduzione del debito potrebbe favorire il mercato immobiliare e dell’energia ma farebbe aumentare la spesa pubblica di 1.7 trilioni di dollari che andrebbero ad impattare sul bilancio statunitense. Inoltre, una soluzione alla crisi del debito europeo farebbe aumentare la fiducia degli investitori, portando a miglioramenti non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti e nei paesi emergenti. Vi potrebbero essere però anche notizie negative: misure fiscali di austerità per far fronte ai deficit statali ed all’indebitamento degli stati influirebbero negativamente sulla crescita sia negli Stati Uniti che in Europa".

"Inoltre gli investitori potrebbero iniziare a richiedere tassi di interesse più elevati sui titoli di stato emessi dai paesi europei periferici. Le banche centrali hanno già utilizzato molti dei mezzi a loro disposizione per far fronte a queste situazioni. Di conseguenza, i prezzi dei titoli sono più esposti a rischi di ribasso rispetto ad una situazione in cui le banche centrali fossero posizionate meglio per supportare l’economia. Considerando il miglioramento delle valorizzazioni a cui abbiamo assistito in molte aree del mercato obbligazionario ed i pericoli che abbiamo appena descritto, riteniamo che nel 2013 potremmo attenderci maggiori rischi di ribasso piuttosto che di rialzo. Per questo motivo, tendiamo a sovrappesare gli Stati Uniti ed i Mercati Emergenti".

Gli investitori continuano a ricercare fondi di rendimento nel mercato obbligazionario: è ancora possibile ottenere buoni risultati in questo mercato?

"Considerando le nostre aspettative di bassa crescita economica e bassa inflazione, riteniamo che nel 2013 aree come le obbligazioni high yield, i prestiti bancari (c.d. bank loans) ed i paesi emergenti possono dare risultati migliori rispetto ad altre ed anche in termini di rendimento assoluto (c.d. total return), qualora saranno supportati da afflussi di capitali da parte degli investitori. Analizzando i significativi flussi che già stanno spingendo al rialzo le quotazioni in questi settori obbligazionari, i risultati attesi potrebbero essere inferiori a quelli registrati negli ultimi anni e basati sui rendimenti (sulle cedole) piuttosto che sui prezzi dei titoli".

"Riteniamo che saranno favorite le società con buoni fondamentali in ognuno di questi settori e che assisteremo ad una divergenza nelle performance dei singoli titoli all’interno delle diverse aree di mercato. A nostro giudizio, le affidabili strategie di analisi bottom-up (ovvero che analizzano i singoli titoli piuttosto che puntare su particolari settori o aree geografiche) adottate da Invesco ci permetteranno di posizionarci in modo tale da trarre vantaggio dalle opportunità d’investimento che si presenteranno sui mercati (le cosiddette fonti di alpha, ovvero il premio al rischio di un singolo titolo). Inoltre, considerando i possibili rischi di apprezzamento o deprezzamento descritti in precedenza, gli investitori dovrebbero compensare la generazione di alpha con la capacità di modulare il beta (ovvero la correlazione tra la performance di un titolo e l’andamento del suo benchmark/settore di riferimento) prestando attenzione alle mutevoli condizioni nelle diverse aree del mercato obbligazionario".
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