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L’enigma di Wall Street: deflussi dai fondi azionari con l’S&P 500 da record

I riacquisti di azioni proprie (buy back) e le imponenti operazioni sui derivati hanno supportato l’S&P500 di Wall Street da inizio anno, ma ora un fattore chiave nelle decisioni degli investitori saranno i profitti aziendali

di Redazione 8 Aprile 2019 15:18

Con la chiusura di venerdì a 2.892 punti, l’indice S&P 500 si è avvicinato al record storico siglato il 20 settembre dello scorso anno a 2.930 punti. Tuttavia, c’è un aspetto, anzi un vero e proprio enigma, che sta scervellando gli operatori di Wall Street: come si spiega questo rally di Borsa alla luce del fatto che i fondi azionari statunitensi hanno registrato ingenti deflussi da inizio anno? In pratica, il mercato azionario statunitense alla fine di marzo ha registrato il miglior trimestre in termini di performance in quasi un decennio, ma lo ha fatto senza l'aiuto degli investitori in fondi azionari e fondi negoziati in borsa che, infatti, hanno registrato deflussi considerevoli dall'inizio dell'anno, in base ai dati elaborati da Lipper e EPFR global. Secondo un'analisi di Bank of America sui dati EPFR i fondi azionari statunitensi hanno registrato deflussi per 39,1 miliardi di dollari nei primi tre mesi di quest’anno.

L’ENIGMA DI WALL STREET


"Come è possibile?", si è domandato Jared Woodward, investment strategist presso Bank of America Merrill Lynch. Il quale, pur ammettendo che non è la prima volta che si assiste ad una divergenza tra l’andamento positivo di Wall Street e i deflussi dai fondi azionari americani, il ritmo e l'entità dell'aumento del mercato azionario statunitense e i deflussi di capitale sono quest’anno di maggiore intensità. Nel 2016, per esempio, i deflussi azionari furono pari a 93 miliardi di dollari ma l’apprezzamento dell’S&P 500 di Wall Street non andò oltre i 5 punti percentuali, mentre dal 24 dicembre ad oggi il rialzo è stato superiore al 23 per cento.

UNA PRIMA SPIEGAZIONE: I BUY BACK


Secondo Jared Woodward una possibile spiegazione può essere individuata nei riacquisti societari di azioni proprie: secondo FactSet nel primo trimestre di quest’anno l’ammontare dei buy back delle società dell’S&P 500 si è attestato a 227 miliardi di dollari contro i 143 miliardi nel primo trimestre del 2018. D’accordo con questa tesi anche un articolo del New York Times che indica nei riacquisti di azioni proprie la possibile fonte di sostegno per le azioni. Tuttavia, i buy back non possono essere stati i soli sostenitori del rally di quest'anno che, in base ai dati di FactSet, ha visto la capitalizzazione di mercato dell’intero indice S&P 500 salire di ben 2.900 miliardi di dollari.

UN SECONDO MOTIVO: OPZIONI E DERIVATI


Secondo gli analisti della Bank of America un altro attore protagonista va ricercato nelle opzioni e nei derivati azionari. A conferma di questa loro tesi il fatto che il controvalore dei derivati azionari orientarti al rialzo sull’indice S&P500 è passato da -1.200 miliardi (ai minimi Borsa di dicembre) agli attuali +446 miliardi. Gli acquisti di opzioni call e put selling possono far salire i prezzi delle azioni in quanto costringono i broker a coprire le proprie scommesse acquistando le azioni sottostanti in cui hanno venduto opzioni call o futures o acquistando opzioni put. Le opzioni call conferiscono al proprietario il diritto ma non l'obbligo di acquistare un'attività a un determinato prezzo e tempo, mentre le opzioni put garantiscono al titolare il diritto di vendere l'attività sottostante.

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SEGNALI DI ALLERTA


Resta il fatto che, come ha dichiarato a MarketWatch Yousef Abbasi, strategist del mercato globale presso INTL FCStone, i deflussi dai fondi azionari statunitensi sono un motivo per essere scettici sulla longevità dell'attuale mercato rialzista. Un altro motivo di cautela è che questo rally si è delineato con un volume di scambi in diminuzione di circa il 15% rispetto alla media. Le tendenze dei deflussi dei fondi azionari e dei volumi ridotti lascia il mercato azionario in un punto di equilibrio instabile alla vigilia della stagione degli utili del primo trimestre che, come impongono le norme di mercato negli Stati Uniti, terrà congelati i buy back azionari per alcune settimane. Per tutte queste ragioni i profitti aziendali saranno un fattore chiave nel determinare se gli investitori saranno invogliati a tornare ai fondi azionari o preferiranno rimanere ai margini.
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