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Tesla, rischio fuga degli investitori istituzionali

Circa i due terzi delle azioni Tesla sono possedute da investitori istituzionali che, di fatto, controllano quasi l’84% degli scambi in Borsa, ma da inizio anno T. Rowe Price ha liquidato l’81% delle posizioni in portafoglio

di Redazione 17 Maggio 2019 09:38
financialounge -  azioni investitori istituzionali t.rowe price Tesla Foto di Blomst da Pixabay

Alla base di ogni investimento finanziario c’è sempre la fiducia di chi impiega il proprio denaro e quello nel titolo Tesla non fa eccezione. Anzi. Chi ha investito finora nell’azienda, fondata nel 2003 da Martin Eberhard e Marc Tarpenning, e specializzata nella produzione di veicoli elettrici e apparecchiature energetiche, lo ha fatto fidandosi ciecamente dell’idea del CEO Elon Musk che immagina l’azienda come una società tecnologica e una casa automobilistica indipendente mentre però continua a bruciare capitale e generare perdite.


LE MANI FORTI DEGLI INVESTITORI ISTITUZIONALI


Non a caso, circa i due terzi delle azioni sono possedute da investitori istituzionali che, di fatto, controllano quasi l’84% del flottante che viene scambiato in Borsa. Ma, secondo un rapporto depositato mercoledì scorso presso la Sec (Securities and Exchange Commission), l’omologa negli Stati Uniti della nostra Consob, la casa d’investimento T. Rowe Price Associates Inc. ha liquidato circa l'81% delle sue azioni di Tesla Inc. nei primi tre mesi dell'anno. Una mossa che segna un netto arretramento per una società di gestione che per anni è stata uno dei maggiori investitori nel titolo Tesla.


NESSUN COMMENTO NÉ DA T.ROWE PRICE NÉ DA TESLA


T. Rowe Price, al 31 marzo scorso, deteneva 1,7 milioni di azioni Tesla contro gli 8,9 milioni di azioni alla fine del 2018: secondo quanto riportato da Marketwatch, T. Rowe Price non ha voluto commentare la mossa e nemmeno Tesla ha risposto ad una richiesta di commento.


I MAGGIORI AZIONISTI


Tra i maggiori investitori istituzionali dell’azienda di auto elettriche più famosa al mondo, al primo posto figura Baillie Gifford and Company. La società di gestione degli investimenti inglese, interamente di proprietà dei 44 partner che lavorano nell’azienda, al 30 marzo scorso possedeva 13,24 milioni di azioni, davanti a Public Investment Fund (8,28 milioni di titoli), Blackrock (6,42 milioni di azioni), Jennison Associates LLC (5,13 milioni di titoli) e FMR, LLC (4,63 milioni di azioni).

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CHI MANCA ALL’APPELLO DEL 31 MARZO


Degli altri investitori istituzionali più rilevanti al 31 dicembre 2018 che al momento non hanno ancora depositato il report trimestrale aggiornato sulla partecipazione in Tesla, si segnalano Capital World Investors (che a fine 2018 deteneva 8,62 milioni di titoli), Vanguard Group (7,71 milioni di azioni), State Street Corporation (2,62 milioni di titoli ) e BAMCO Inc.(1,66 milioni di azioni).


MA GLI ANALISTI RESTANO OTTIMISTI


La mossa di T. Rowe Price giunge in un momento in cui, mentre il valore delle azioni Tesla accusano una perdita di circa il 30% da inizio anno, l’indice S&P 500 di Wall Street vanta un guadagno del 14,7%. Tuttavia, nonostante il titolo della società guidata da Elon Musk disti circa il 40% dal massimo delle ultime 52 settimane e l’ultima trimestrale abbia mostrato una perdita netta, tra gli analisti prevalgono ancora le raccomandazioni di acquisto (buy): il prezzo medio obiettivo per i prossimi 12 mesi per il titolo Tesla si attesta infatti a 283,3 dollari per azione, cioè circa il 24% al di sopra dell'attuale quotazione.
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