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Lo studio

Amundi: ecco i tre pilastri dei piani pensionistici per i prossimi anni

Le risposte dei 152 piani pensionistici raccolte da Amundi indicano un obiettivo distinto per ciascuno dei tre pilastri: un rendimento totale accettabile, la protezione dall'inflazione e la conservazione del capitale

di Leo Campagna 22 Dicembre 2022 07:55
financialounge -  Amundi economia Monica Defend pensioni

Come stanno reagendo i piani pensionistici, cioè l’insieme dei fondi pensione e dei vari strumenti dedicati alla previdenza complementare, all'ultima impennata dell'inflazione? Privilegeranno gli asset reali nei mercati privati per la protezione dall'inflazione e le azioni globali per il rendimento complessivo. Inoltre mentre gli investimenti passivi rimarranno fondamentali per l’efficienza dei costi in un mondo caratterizzato da bassi rendimenti, gli investimenti a gestione attiva torneranno ad essere centrali in un contesto di maggiore dispersione nei mercati finanziari.

LO STUDIO CREATE-RESEARCH E AMUNDI


Sono alcune della principali evidenze emerse nel nuovo rapporto CREATE-Research e Amundi, basato sulle risposte di 152 piani pensionistici di 17 giurisdizioni, che gestiscono un patrimonio di 1.980 miliardi di euro. Il 50% dei partecipanti all'indagine prevede uno scenario di "stagflazione"( inflazione elevata e crescita debole) mentre i 38% ipotizza bassa crescita, bassa inflazione, bassi investimenti in beni materiali, salari stagnanti con disuguaglianze che dilagano. Infine soltanto il 12% propende per una crescita significativa, trainata dagli aumenti di produttività legati all'innovazione che mantengono bassa anche l'inflazione.

INVESTIMENTI TEMATICI, AZIONI AD ALTO DIVIDENDO E ASSET REALI


"L'inasprimento della politica monetaria e il rischio di recessione economica hanno alimentato la volatilità nei mercati finanziari, compresi i beni rifugio. Il tradizionale portafoglio 60/40 (60% equity e 40% bond) deve contemplare banche centrali meno accomodanti, un'inflazione strutturale più elevata, la frammentazione economica, e megatrend come il rimodellamento della catena del valore, la trasformazione industriale e l'autonomia strategica. Per questo diventano cruciali gli investimenti tematici, le azioni ad alto dividendo e gli asset reali” commenta Monica Defend, Head of Amundi Institute.

I TRE PILASTRI DEL PORTAFOGLIO


A questo proposito vale la pena sottolineare come il 59% degli intervistati veda rendimenti degli asset nei prossimi tre anni di gran lunga inferiori a quelli dell'ultimo decennio. In quest’ottica, l'asset allocation si deve articolare su tre pilastri, ciascuno con un obiettivo distinto: un rendimento totale accettabile, la protezione dall'inflazione e la conservazione del capitale. Se l’inflazione non stazionerà sopra il 5%, per il 70% del campione dello studio saranno le azioni globali il principale motore di crescita dei portafogli. Per la protezione dall'inflazione, piacciono gli asset reali nei mercati privati, quali il settore immobiliare (49%) e le infrastrutture (49%). Infine, per la copertura di portafoglio contro gli asset rischiosi , il 44% preferisce i titoli di Stato statunitensi il 40% i governativi europei e il 36% i titoli di Stato cinesi.

PIÙ SPAZIO AI FONDI TEMATICI


Il 60% dei gestori pensionistici prevede di aumentare le proprie allocazioni in fondi tematici. Tra i temi specifici spicca l’ESG (indicato dal 76% dei partecipanti), l'assistenza sanitaria/tecnologia sanitaria (50%), la genomica e le biotecnologie (32%) e l'invecchiamento della popolazione (38%). Per quanto riguarda poi gli strumenti d’investimento, sembrano emergere alcuni limiti per i fondi passivi. E’ vero che negli ultimi 13 anni questi ultimi hanno prosperato nel contesto eccezionale dei tassi d'interesse a zero.

IN PORTAFOGLIO FONDI ATTIVI E PASSIVI COMPLEMENTARI


Ma ora i tassi sono in aumento e la liquidità delle banche centrali in diminuzione mentre la gestione passiva tende a basarsi troppo sui vincitori di ieri e a gonfiarne eccessivamente le valutazioni mentre il contesto sembra propizio per i gestori attivi. Inoltre, con la riduzione del sostegno da parte delle banche centrali, è probabile che i prezzi di mercato si ricolleghino ai loro fondamentali e favoriscano una gestione attiva. Per queste considerazioni il 52% del campione dello studio di CREATE-Research e Amundi ritiene che fondi attivi e passivi siano complementari in un portafoglio diversificato. In particolare, il 29% prevede di aumentare la propria quota di fondi passivi, il 16% di ridurla e il 55% di mantenerla stabile.
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