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L'analisi

Tassi e inflazione, proseguirà nel 2023 il tiro alla fune tra banche centrali e mercati

Nella rubrica L’Alpha e il Beta, Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea il contrasto tra rallentamento di inflazione e stretta monetaria di Fed e BCE  e l’aggressività verbale di Powell e Lagarde

di Virgilio Chelli 20 Dicembre 2022 18:00
financialounge -  Carlo Benetti GAM Investments mercati

Sotto l’albero dei mercati finanziari ci sono regali graditi e sgraditi: l’inflazione americana sotto le attese, un ciclo monetario restrittivo meno intenso, il contesto resta di incertezza e il 2023 sarà caratterizzato dal tiro alla fune tra banche centrali e mercati, con alcune grandezze economiche da tenere d’occhio. I tassi americani sono al 4,25% - 4,5%, le aspettative mediane della Fed per fine del prossimo anno si attestano al 5,1%, poco sopra le aspettative del mercato e ben sopra le indicazioni dello stesso dot plot del FOMC di settembre. Anche Banca d’Inghilterra e BCE hanno aumentato di mezzo punto anziché tre quarti, con un rallentamento dell’intensità ma non della determinazione: i regali sgraditi sono stati infatti i commenti di Jerome Powell e Christine Lagarde.

STRETTA MENO INTENSA MA PAROLE PIÙ DURE


Sia in USA che in Europa, il rallentamento dell’intensità delle azioni è stato accompagnato da parole dure che hanno sorpreso i mercati. Nell’ultima edizione della rubrica L’Alpha e il Beta, Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea che la sorpresa è stata non tanto l’assertività comunicativa quanto le parole non dette, e la sparizione della “forward guidance”. L’ex vicepresidente della BCE Vitor Constancio ha parlato di una politica eccessivamente da “falco” che aggraverà inutilmente la prossima recessione, aggiungendo che l’indicazione di Lagarde che i tassi dovranno ancora salire in modo significativo” si basa su previsioni sull’inflazione “controverse”.

LA REALTÀ DI DEBITI PUBBLICI E ECONOMIE IN FRENATA


I critici, prosegue Benetti, ricordano il principio di realtà con cui potrebbe scontrarsi la BCE, debiti pubblici in aumento per sostenere il caro-bollette di famiglie e imprese, e le ombre lunghe della recessione. Il mercato dei futures stima che i prezzi al consumo proseguano nella discesa, che il rallentamento economico peggiori, che i primi allentamenti monetari si renderanno necessari già verso la fine del 2023.

MEGLIO NON SCOMMETTERE SULLE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI


Secondo l’esperto di GAM è meglio non scommettere: né sulla velocità di discesa dell’inflazione, ma neppure contro le banche centrali. Nonostante le diverse condizioni economiche e la natura dell’inflazione, le banche centrali sono alle prese con problemi di comunicazione. Siamo in un gioco delle parti, secondo Benetti, con i banchieri centrali che vogliono riportare sotto controllo la dinamica dei prezzi e rafforzare la stabilità finanziaria usando un linguaggio assertivo strumentale a curvare le aspettative e, una volta raggiunto l’obiettivo, facilmente accomodabile.

LO SCARTO TRA LE PAROLE E QUELLO CHE CREDONO I MERCATI


Il 2023 si giocherà sul “deadweight” della comunicazione dei banchieri centrali, sullo scarto tra ciò che dicono e ciò che crederanno i mercati. L’Alpha e il Beta cerca sempre di scansare gli esercizi previsivi, ma Benetti aggiunge che non è azzardato presentire che stiamo arrivando a un punto di svolta, non il “pivot” escluso con forza da Christine Lagarde, ma un cambio di passo nelle politiche monetarie e nell’economia globale. Il rallentamento nel ciclo dei tassi e l’eventuale pausa rendono interessanti il credito e i titoli di Stato, la reazione del dollaro, in indebolimento, avrebbe conseguenze immediate, positive, sui mercati emergenti e sull’Europa che paga in dollari le materie prime, l’energia su tutte.

PRUDENZA E TEMPERANZA VIRTÙ CARDINALI


Ma restiamo in un ambiente fortemente incerto, e prudenza e temperanza restano le due virtù cardinali indispensabili a proseguire la navigazione nei mercati nei prossimi mesi, avverte Benetti, che indica almeno tre fenomeni e le grandezze economiche da tenere d’occhio nel 2023, per il loro impatto diretto su tassi e utili aziendali: l’andamento dei prezzi dell’energia e dell’economia reale, l’intensità del rallentamento, i rischi recessivi in Europa.

IN GIOCO LA CREDIBILITÀ DELLE BANCHE CENTRALI


L’esperto di GAM prevede che nel 2023 proseguirà il tiro alla fune delle banche centrali con i mercati, la posta in gioco è la loro credibilità e, soprattutto, l’equilibrio tra intensità degli inasprimenti e condizioni del ciclo economico. Per questo andrà osservata la struttura delle scadenze americana, perché la curva dei Treasury ha un buon track record come segnalatore di recessione mentre tende a irripidirsi nuovamente quando la banca centrale inizia ad allentare la presa.

TENERE D’OCCHIO ANCHE IL FATTORE CINA


Da non perdere d’occhio anche l’economia cinese, con la buona notizia della riapertura in contrasto con l’insufficiente copertura vaccinale della popolazione. La possibile combinazione di influenza e contagi per Covid avrebbe sul sistema ospedaliero un impatto difficilmente sostenibile. Le scelte politiche potrebbero essere costrette a imprevedibili cambiamenti, a tentennare tra riaperture e chiusure.
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